Le Fiabe dei Fratelli Grimm: recensione
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Le Fiabe dei Fratelli Grimm, Jacob e Wilhel, linguisti e filologi prima di diventare i “cantastorie” amati da molte generazioni, sono la raccolta riadatta di fiabe della tradizione orale tedesca ma anche europea, in parti censurate, in altre edulcorata.
Questa operazione può vantare il salvataggio di narrazioni che proprio per la natura volatile dell’oralità, erano destinate ad andare perdute. Le fiabe nascono e si tramandano oralmente tra le popolazioni portando con loro il bagaglio di culti, tradizioni, moniti e avvertimenti.
Le fiabe non nascono con l’intento infantile che ne attribuiamo oggi, ma con quello di tramandare la conoscenza attraverso il tempo. Per questo il riadattamento dei fratelli Grimm ha operato sui lati più macabri e oscuri dei racconti, rendendoli adatti anche ad una “prima serata”.
Essendo le fiabe dei Fratelli Grimm, tra le altre le conosciutissime “Cenerentola” o “La bella addormentata“, di origini ignote, vantano diverse versioni.
La loro trasposizione da orale a scritta infatti fu interpretata anche da altri autori, senza tuttavia ottenerne la medesima risonanza. Riacciuffate a metà degli anni ’60, e spennellate da una nuova patina ancor più zuccherosa, Walt Disney ha reso alcune delle fiabe in questione dei veri e propri fenomeni mondiali.
Le versioni rimodellate dai fratelli Grimm mantengono la natura profonda delle storie, addolcendole con immaginazione, magia ed omissioni operate ad arte, rendendo questi racconti, messaggi di vita quotidiani, adatti anche ad essere raccontati prima della buona notte.
Con un sapore bitter sweet che appartiene ad altri tempi, le fiabe dei Grimm riescono a portare con sè ancora oggi, quella saggezza che con tanta fatica è stata tramandata attraverso i secoli.
La trama delle fiabe dei Fratelli Grimm
Le fiabe, in quanto tali, quindi anche la raccolta dei Grimm, seguono uno schema di svolgimento della narrazione che garantisce un rigore quasi confortante.
Nella sua opera ‘La morfologia della fiaba’ Propp individua 31 funzioni, che compongono il racconto.
Essendo ciascuna di esse tipica nello svolgimento del racconto fiaba è consequenzialmente possibile prevedere il susseguirsi degli eventi. Le fiabe sono caratterizzate dalle azioni dei personaggi che, a prescindere da chi essi siano, seguiranno una linea immaginaria che li condurrà all’esito del racconto.
Lo schema applicabile alle fiabe dei fratelli Grimm, dunque, segue questo svolgimento:
- Situazione di equilibrio iniziale o esordio.
- Rottura dell’equilibrio.
- L’eroe affronta sfide e difficoltà.
- L’equilibrio iniziale viene ristabilito o conclusione.
Comprese tra esordio e conclusione ci sono le 31 funzioni individuate da Propp, che in ordine cronologico determinano l’avanzamento della fiaba. Da “Hansel e Gretel” a “Biancaneve“, passando per “Raperonzolo“, “Tremotino” e “La principessa sul pisello“, fino ad arrivare a “Il principe ranocchio“, per citare solo una piccola parte delle loro opere, possiamo racchiuderne la trama, senza avere tuttavia la presunzione di riprodurne la magia, in questo prezioso schema. Infatti evolvendosi e sviluppandosi, toccando sfumature sempre nuove e diverse, la razionalità profonda delle fiabe le accomuna tutte, come sorelle figlie degli stessi genitori. Le silhouette dei personaggi che incarnano caratteristiche senza conflitti o controversie tipiche della profondità umana, coccolano e rassicurano la psicologia dell’individuo rendendo schematiche ed immediate situazioni di vita, spesso di difficile lettura, fornendo così fin dalla più giovane infanzia, delle mappe orientative per situazioni di vita complicate.
La nostra recensione
Chi non ha letto Pollicino, Hänsel e Gretel, Biancaneve, Cappuccetto Rosso? Ebbene, l’importante è leggere gli originali. Così come sono. Perché così come sono, diventano fondamentali per la struttura cognitiva dei nostri bambini. Indi per cui vi consiglio di leggere le fiabe dei fratelli Grimm. Raccontano, anzi lavorano, tramite archètipi, simboli e rappresentazioni che i bambini sanno capire meglio di noi.
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Il loro primo libro di fiabe è patrimonio dell’umanità dal 2005. Io personalmente ho il ricordo di quando leggevo, spaventata, sotto le coperte, un libro, il titolo non lo ricordo, ma parlava di orchi e mostri e mi faceva paura. Ma io volevo leggerlo, e ora capisco perché. Gli orchi esistono, e io avevo bisogno di capire come avrei potuto difendermi. E questo succede anche attraverso le fiabe. Con il mio primo figlio, forse perché ero ancora tanto bambina anch’io, non mi ponevo il problema di come potessero apparire ai suoi occhi queste fiabe classiche. Con l’arrivo della mia seconda e terza figlia invece, ho cominciato a pensare come si può leggere storie dove il lupo ti può mangiare, la matrigna ti vuole uccidere, e i genitori ti abbandonano.