Suzuki Bandit 650 perché sceglierla?
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La Suzuki Bandit 650 nasce nel 2005 come evoluzione del precedente modello 600. Nonostante sia fuori produzione dal 2012 è ancora una moto ricercata e noi, quindi, ci domandiamo: Suzuki Bandit 650 perché sceglierla?
Scegliere una moto usata può instillare dubbi ed incertezze. La risposta da motociclista giunge immediata: “è una Giapponese”. Il mercato conosce la affidabilità dei marchi nipponici e la Bandit Gsf 650 (questo il nome completo) rientra tra le moto che hanno lasciato il segno nella storia di Suzuki.
L’affidabilità è il primo aggettivo che ci sentiamo di usare quando parliamo di questo modello. Sono molte le Bandit ancora in circolazione a distanza di 16 anni dalla sua prima uscita. Non raro trovarne in buone condizioni e con chilometraggi importanti.
Peso e altezza della Suzuki Bandit 650
Con un peso non indifferente, 215 Kg, la Bandit 650 spaventa ma si fa perdonare grazie all’altezza della sella di soli 770 mm. Gestire una moto pesante, dalla ciclistica sportiva, potrebbe incutere qualche timore. Complici lo sterzo limitato, la posizione di guida caricata in avanti ed il peso, l’impressione, a prima vista, potrebbe essere negativa. In realtà, grazie all’altezza della sella ed al manubrio più ampio rispetto alle sportivissime, la Suzuki da subito una immediata sensazione di stabilità.
L’ingombrante motore sbilancia l’immagine verso l’avanti, ma la Suzuki Bandit 650 addolcisce l’estetica con una mezza carena, che copre parzialmente il motore, ed un piccolo faro che ne slancia ulteriormente la linea. Resta da bilanciarne il peso, anche esso posto globalmente in avanti. Con i bauletti posteriori la moto ritrova armonia, sia nel peso che nell’estetica, ed acquisisce un aspetto da gran turismo sportivo.
Motore
Inserito in un telaio a doppia culla, vi è il motore. Sono ben visibili i 4 cilindri, forniti di un doppio albero a camme in testa (DOHC) che muovono in modo fluido le 16 valvole. È il mitico motore Suzuki SACS (Suzuki Advanced Cooling System), con raffreddamento misto aria/olio. Caratteristica distintiva che viene sostituita nel 2007 con un motore raffreddato a liquido, ed iniezione elettronica, per conformarsi alla normativa EURO 3.
Rimane intatta la potenza, 86 cv a 10.500 rpm, ed il caratteristico suono. Un motore che ai bassi giri borbotta ma agli alti ruggisce fino a sibilare. Confermando così la matrice sportiva. Non aspettatevi però partenze brucianti e velocità da capogiro. L’anima della Suzuki Bandit 650 è un motore affidabile e generoso.
Essendo un quattro cilindri in linea è un motore fluido, e la cilindrata ed il peso modulano il carattere aggressivo che l’estetica sussurra.
Prestazioni Suzuki Bandit 650
Velocità massima circa 200 km/h. Con una accelerazione da zero a cento di 4,3 secondi viene istintivo definirla una sportiva.
In realtà le prestazioni della Suzuki Bandit 650 sono sempre state un misto tra il tranquillo, ai bassi giri, e lo scatenatoagli alti giri. Se cercate partenze brucianti e velocità da capogiro è meglio rivolgere l’attenzione al modello 1200 cc. Il carattere è docile ed a tratti pigro, tanto da necessitare un uso del motore ad alti giri, altrimenti la moto borbotta e sembra quasi appisolarsi.
Il telaio a doppia culla rende la moto rigida, nei repentini cambi di direzione, ed al contempo stabile, nei rettilinei. Le alte velocità vengono ben tollerate se si accessoria la Bandit con un capolino.
Se vi state ancora domandando “Suzuki Bandit 650: perché sceglierla?” vi parlerò dei costi di gestione, manutenzione e della rinomata affidabilità.
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Costi di gestione e manutenzione
Una moto sportiva con costi di gestione e manutenzione contenuti. Sembra impossibile eppure i consumi della Bandit 650 sfiorano i 20 km con un litro ed anche oltre se si guida tranquilli senza eccessi.
La meccanica è semplice, fino al 2007 è a carburatori, la manutenzione può quindi esser eseguita autonomamente o da un meccanico specializzato. I costi restano generalmente contenuti, grazie al motore ben in vista e di facile accesso che riduce i tempi di lavorazione.
Il cambio olio (3,3 litri), se fatto con il fai da te, costa circa 50€ compreso il filtro.
I freni, assieme ai pneumatici, sono una componente per cui vale la pena l’acquisto di qualità. Il costo di un set pastiglie freno, di livello superiore, si aggira attorno ai 100€ ma questa moto li necessita. Il peso in avanti, in frenata, causa un’inerzia importante da fermare.
Un treno di gomme (anteriore e posteriore) con durata attorno ai 10.000 km costano circa 150€. Ovviamente, se si sceglie un pneumatico più performante i costi salgono, ma la moto rimarrà la tranquilla Bandit.
Importante è la manutenzione della catena: una buona e costante lubrificazione ne prolunga la durata e migliora le performance.
Tipi di percorsi adatti alla Suzuki Bandit 650
Tutte le caratteristiche citate sopra ne fanno una moto adatta a diversi tipi di percorsi su viaggi medio lunghi. Pur essendo quasi una sportiva, sopporta bene i bauletti che, anzi, la bilanciano maggiormente.
Sufficientemente agile per essere usata anche in città, ama più i percorsi autostradali (soprattutto la versione con il capolino più grande e la mezza carena ai fianchi).
Le strade di campagna si addicono perfettamente a questa Suzuki che adora l’andatura media. Se invece volete divertivi alle alte velocità, non essendo una sportiva specialistica, dovrete impegnare l’uso del vostro corpo per farvi seguire nel misto stretto.
Il telaio è di vecchia concezione (oltre 20 anni) e la sua rigidità si sente sopratutto nel misto stretto veloce, dove è necessaria una guida più esperta.
La Suzuki Bandit 650 è diventata e resta una moto iconica proprio per queste sue caratteristiche tipiche delle moto giapponese: una moto affidabile, senza eccessi e pronta a tutto.
A me è piaciuta. Sono sicura che la apprezzerete anche voi.
Ringrazio Nicola Artiano per la collaborazione (è lui l’esperto) e Andrea Liguoro e Rosario Notaro per le fotografie delle loro Suzuki Bandit Gsf 650.