Gustav Klimt, pittore, biografia
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In questo articolo scopriremo insieme la biografia di Gustav Klimt, uno dei pittori più celebri del panorama europeo dell’epoca. Gustav Klimt nacque nel 1862 a Vienna. Figlio di un orafo, ebbe sei fratelli e tutti e tre i figli maschi scelsero la carriera di pittore. A 14 anni venne ammesso alla scuola di arte e mestieri dove studiò arte applicata fino al 1883 e iniziò a padroneggiare diverse tecniche artistiche nel rispetto dei canoni accademici e della storia dell’arte del passato. Già nel 1886 gli fu commissionata la decorazione del cortile del Kunsthistorische Museum.
Da questo momento la carriera del giovane pittore decollò garantendogli da subito tranquillità economica. I viaggi furono numerosi, in particolare a Ravenna, dove Klimt conobbe lo sfarzo dei mosaici bizantini a cui si ispirò ampiamente durante la sua carriera di pittore. Dal connubio tra la ricchezza dei mosaici bizantini e i laboratori viennesi ai quali il pittore si avvicinò tornato a Vienna, nacquero alcuni dei suoi capolavori più conosciuti come Giuditta I (1901) e Il Bacio (1908). È il suo “periodo aureo”, quello che conosciamo tutti e a cui pensiamo d’istinto quando leggiamo il nome di Klimt. Al periodo aureo segue poi il “periodo maturo” della carriera del celebre pittore, periodo di forte crisi sia esistenziale quanto artistica per Klimt. Klimt iniziò a mettere in dubbio la propria arte, soprattutto quando venne a contatto con pittori del calibro di Van Gogh, Matisse e Toulouse-Lautrec.
Dal punto di vista stilistico questo suo ultimo periodo può essere visto come una fusione di queste influenze e il conseguente abbandono dell’oro e delle linee eleganti e sinuose che avevano caratterizzato l’Art Nouveau. In questo periodo Klimt è alla ricerca di una modalità espressiva meno sofisticata e più spontanea adottando una scelta dei colori varia, con cromatismi accesi e minimizzando l’utilizzo dell’oro. Non dimentichiamoci poi delle influenze e del rapporto particolare che Klimt visse con Egon Schiele e il suo espressionismo. Nel 1910 il pittore venne invitato alla Biennale di Venezia e si aggiudicò il primo premio dell’Esposizione Internazionale di Arte di Roma con l’opera “Le tre età della donna”.
Poco prima di morire, dipinse “Ritratto di signora” che fu acquistato nel 1925 da un imprenditore piacentino per 30000 lire. Al momento il suo valore è stimato tra i 60 e i 100 milioni di euro. L’attività del pittore si interruppe l’11 gennaio 1918 quando al ritorno da un viaggio fu colpito dall’influenza spagnola. Dopo la sua morte ben 14 donne sostennero di aver avuto un figlio da lui, di questi solo 6 saranno riconosciuti come tali.
Periodo artistico e opere più famose
Quando si parla di Gustav Klimt si pensa alla Secessione Viennese, un movimento fondato dal pittore stesso e un’altra ventina di artisti di varie correnti artistiche. I pittori e gli artisti che ne facevano parte avevano come obiettivo la liberazione dell’arte dal mondo accademico e dalle sue regole rigide. Il movimento indica già dal nome la volontà di creare qualcosa di nuovo e radicalmente innovativo. La rivista che si fa portavoce del movimento è intitolata “Ver Sacrum”, nome che ricorda il rito con i quali gli antichi romani si consacravano alla patria. La prima copertina della rivista vede la firma del pittore Gustav Klimt con la sua “Lotta di Teseo con il Minotauro”. Uccidendo il Minotauro il giovane eroe sconfigge simbolicamente “il vecchio” per dare spazio all’innovazione.
Le opere più famose di Gustav Klimt:
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- Pallade Atena (1898) – Wien Museum, Vienna
- Nuda Veritas (1899) – Österreichisches Theatermuseum
- Giuditta I (1901) – Österreichische Galerie Belveredere, Vienna
- Il fregio di Beethoven (1902) – Palazzo della Secessione, Vienna
- Le tre età della donna (1905) – Galleria Nazionale di Arte Moderna, Roma
- Danae (1908) – Galleria Würthle, Vienna
- Il Bacio (1908) – Österreichische Galerie Belveredere, Vienna
- Giuditta II (1909) – Ca’ Pesaro, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Venezia
- L’albero della vita (1909) – Palazzo Stoclet (Belgio)
- La culla (1918) – National Gallery of Art, Washington (incompiuto)
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Anche in Italia quindi abbiamo l’opportunità di farci un’idea dello stile di Klimt prima di programmare un viaggio a Vienna, vera e propria capitale dell’arte del pittore austriaco. Vediamo insieme “Le tre età della donna”, visibile presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. In questo dipinto il pittore elabora la sua personale visione delle fasi della vita femminile: infanzia, maternità e vecchiaia. Il gesto della donna più anziana sulla sinistra che si copre gli occhi rappresenta la rinuncia ad affrontare la realtà, il passo successivo, la morte. Simboleggia il tempo che scorre e il destino inevitabile di ogni donna e di ogni uomo. La donna più giovane invece è raffigurata frontalmente e appare luminosa e si nota subito un contrasto tra le due figure. La piccola appare invece tranquilla, paffuta, stretta in un abbraccio dolce e delicato, immersa in una dimensione irreale. Anche lo sfondo aiuta a trasmetere questa sensazione: l’anziana ha dietro di sè uno sfondo scuro, con colori che vanno dall’ocra al nero. Mamma e figlia si trovano invece su un fondale color oro, tinteggiato da colri pastello e motivi geometrici. Il contrasto tra le due dimensioni è netto, ma fanno tutte parte della vita.
Diamo un’occhiata anche all’opera veneziana, Giuditta II. Il pittore in questa opera rappresenta l’eroina biblica che aveva ucciso Oloferne decapitandolo. Giuditta si era introdotta nella tenda di Oloferne e fingendosi disponibile, riuscì a ucciderlo. Sia nella prima che nella seconda versione di Giuditta, notiamo subito la mancanza di elementi ricorrenti che avevano caratterizzato questa rappresentazione nel passato: la spada per esempio. Sembra quasi che il pittore abbia ripulito la rappresentazione da dettagli cruenti, soffermandosi sulla figura di Giuditta. Anche alla testa della vittima viene lasciato poco spazio ma nonostante questo la rappresentazione non ne risente. Klimt infatti sopperisce a queste mancanze dipingendo una donna dall’aria vittoriosa e dalla sensualità spiazzante. L’opera che si trova a Venezia è molto diversa dalla prima versione, si può subito notare come siano frutto di epoche e stili diversi nella vita dell’artista. La figura di Giuditta si allunga in una silhouette sinuosa ed elegante. L’espressione della protagonista non è più ammiccante, ma diventa spietata e lo sguardo arido non è nemmeno rivolto allo spettatore. La pelle bianca emerge da un abito nero, riccamente decorato in un turbinio di forme geometriche e motivi lineari. Lo sfondo in questo caso è meno appariscente del precedente e le mani sono tese in modo innaturale, tra le dita vediamo impigliarsi i capelli della testa di Oloferne. Da queste mani si può intuire come Klimt si affacciasse alle influenze del nuovo Espressionismo tedesco.
Libri su Gustav Klimt da leggere
- La modella di Klimt. La vera storia del capolavoro ritrovato – Gabriele Dadati
Un libro appassionante, per gli amanti dell’arte e per gli appassionati del mistero. Il racconto nasce dal ritrovamento di un’opera d’arte che nasconde in sè tante curiosità, che la rende interessante non solo dal punto di vista artistico. Il dipinto è “Il ritratto di signora” di Klimt (1917) realizzato dal pittore negli ultimi anni della sua vita. L’opera viene rubata nel 1997 e ritrovata due anni dopo. L’autore, Gabriele Dadati, è egli stesso protagonista. A partire dal primo capitolo, che introduce l’avvenimento in modo dettagliato e ricco di particolari, si viene attratti dalla narrazione, dalla scrittura fluente e dai personaggi e dagli ambienti. L’arte diventa la protagonista di una storia avvincente.
- Il bacio di Klimt, l’arte dell’ossessione – Francesca Esposito
Scritto da una giovane autrice , la vicenda è ambientata a Napoli. La protagonista si troverà a cambiare radicalmente la sua vita mettendosi alla ricerca di uno spietato serial killer ossessionato dall’arte, Andrea Riestri, lo stesso che anni prima, mascherato da principe azzurro, l’aveva fatta innamorare. Il destino la condurrà nella città di Napoli che farà da sfondo a delitti e rivelazioni e un’avvincente corsa contro il tempo.
- Le muse di Klimt – Paola Romagnoli
Di Gustav Klimt parla tutta Vienna, i suoi ritratti sono molto richiesti e spesso si reca all’estero per decorare grandi palazzi. Sono senza dubbio le donne a ispirarlo: il pittore ne percepisce l’essenza da subito. Klimt è sempre circondato da donne meravigliose: Emilie, la compagna di vita che non lo avrà mai solo per sé, Hermine e Clara, le sorelle a cui è molto legato, Marie, madre di uno dei suoi figli che lo crescerà da sola. E ancora Alma, la donna più bella di Vienna che l’ha stregato con la sua determinazione e gli abbracci rubati. A cavallo tra finzione e storia, l’autrice ci presenta l’universo femminile che circonda il pittore sullo sfondo di una Vienna in pieno fermento artistico e le grandi rivoluzioni di Freud.
- Vi presento Klimt – Bérénice Capatti (lettura per ragazzi, da 7 anni)
Uno dei tanti gatti di Klimt ci guida alla scoperta di questo pittore. Scopriamo il suo carattere burbero, le sue opere raffinate e sontuose, ricche di oro e decorazioni.
Frasi celebri e aneddoti
Gustav Klimt sa di essere un bravo pittore, lo ricordiamo nei seguenti aforismi del celebre pittore:
“Sono bravo a dipingere e disegnare: lo credo io stesso e lo dicono anche gli altri”
“Anche quando sono in un periodo di inattività sono pieno di cibo per riflettere sia presto che tardi: pensieri che riguardano l’arte ma anche altro.”
“Di me non esiste alcun autoritratto. Io non mi interesso della mia persona come oggetto di pittura, mi interessano di più le altre persone, soprattutto se di sesso femminile, ma ancora di più mi interessano altre forme. Sono convinto che la mia persona non sia particolarmente interessante. Sono un pittore che dipinge proprio tutti i giorni, dalla mattina fino alla sera. Figure e paesaggi, un po’ meno i ritratti.”
“Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.”
“Dopo il tè si ritorna alla pittura, un pioppo grande al tramonto con la tempesta. Di tanto in tanto al posto di questa sessione di pittura serale vado a giocare al bowling in uno dei villaggi vicini, ma non molto spesso.”
Gustav Klimt: perchè amarlo
Perchè amare un pittore come Gustav Klimt? Per la sua genialità, per la voglia di rottura con il passato, per la sensualità delle figure dipinte come se fossero in carne ed ossa. Pittore che ha conosciuto la fama e la ricchezza, uomo amato dal suo tempo, dietro alla legnosità dei corpi accostata alla sontuosità delle ambientazioni, troviamo una ricerca profonda, una lettura attenta dell’anima del personaggio. Una sensibilità spiazzante.