Non voglio più piacere a tutti, recensione
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Due anni dopo il successo de “Il libricino della felicità”, auto pubblicato, Maria Beatrice Alonzi, torna, nel 2021, per Vallardi con Non voglio più piacere a tutti. Una copertina giallo limone che ha per immagine una scatola di sardine e che recita “trova il coraggio di amare chi sei e vivere la vita che vuoi”.
Che fai? Non lo prendi? Con un titolo così!
Non voglio più piacere a tutti di Maria Beatrice Alonzi
Non voglio più piacere a tutti. Quante volte lo hai pensato? Io tante, ammesso di essere sempre stata cosciente di nutrirmi del consenso degli altri. Ma chi non lo fa, poi? La nostra identità si forma nella relazione e, indipendentemente dal numero dei baci o delle bastonate, viviamo per essere visti, accettati, amati. E chi dice il contrario, dichiara il falso!
Non voglio più piacere a tutti. Quante volte te lo sei detta, magari, più spesso, come me, con altre parole, tipo adesso penso a me, oppure, devo imparare ad essere più egoista o a volermi più bene. Insomma, ci siamo capite: il titolo funziona!
Se il marketing ha la sua importanza, pensi anche debba avere una coerenza. Ti aspetti leggerezza e un po’ di simpatia, perché la promessa è di quelle che o ti lasciano secco perché pensi di aver sbagliato tutto o la prendono morbida per farti sorridere di ciò sei, se sei fortunato anche con una buona dose di accettazione e di indulgenza verso le tue imperfezioni o debolezze.
(Prima di continuare, piccola o media precisazione, così me la cavo subito. Proviamo a fare un patto, io e te che mi leggi, se non ti offende: che io mi senta libera di usare la declinazione degli aggettivi al maschile o al femminile, a seconda di come mi suonano le parole, sono molto sensibile a quel suono…, senza per questo sentirmi in difetto. Non sono maschilista e neppure femminista, aborro gli schwa – lo schwa è maschile -, ogni volta che mi vedrai usare una “o” o una “a”, intendo ogni genere sessuale di persona. Le battaglie contro ogni violenza o sopruso in genere, di ogni genere, le combatto anche a suon di parole, ma entrando nei concetti tutti interi, non a colpi di vocali).
Tornando a noi, tra pesantezza e leggerezza, come la risolve Maria Beatrice Alonzi, per tutti Bea, se no se la chiami non si gira? Sceglie una terza via, quella di sciogliere ogni tua difesa accogliendoti con le parole più amorevoli del mondo nell’intimo del suo cuore e delle sue braccia. Bypassa la questione colpendo al centro di ogni umana vulnerabilità. Ti fa sentire importante e ti assolve da ogni peccato. Perché “non hai colpe per le responsabilità degli altri o per il tuo malessere”, qualunque esso sia. E tu ci resti secco, preso all’amo. E ti dimentichi anche della copertina…
Maria Beatrice Alonzi
Allora cominci a leggere e scopri che Maria Beatrice Alonzi, in realtà, si prende molto sul serio. Lei nella vita, ce lo dice subito, nonostante la giovane età, fa davvero tante cose. In poche parole, è una “Business & Career Coach, Digital Strategist, Marketing Manager e Growth Hacker”, in italiano non rende… ma, dicevamo, soprattutto ti vuole un mondo di bene, tiene così tanto a te, che è disposta a non farsi lasciare mai più, perché sa che ci potresti ricadere. Come?
Puoi continuare a leggere i suoi libri, seguirla sui social, in podcast o video corsi, ricevere newsletter. Insomma, lo sa benissimo lei: la strada verso la consapevolezza e poi l’accettazione di sé non è proprio una passeggiata di salute.
Ti prende in carico e ti fa partire con lei in un viaggio che attraversa 25 capitoli, di cui 8 guide all’uso: l’amore, il partner, i figli, gli amici, il lavoro, il capo, i colleghi, i soldi. E a proposito di soldi, ne dice una davvero interessante. “Il valore che dai al denaro è strettamente correlato al valore che dai a te stesso”. E qui la mia domanda sorge spontanea: che valore dai a te stesso? Lo stesso che dai al denaro, che magari non hai?
Il viaggio è fatto di un bagaglio che ti porti appresso che si fa sempre più leggero, man mano che Bea ti impone di guardare pezzi e immagini della tua vita come fossero fotogrammi che non riguardano te adesso, ma te nel tempo, e ti aiuta a lasciarli lì esattamente dove devono restare.
Guardi la tua infanzia, i genitori, i figli, i partner, il senso di colpa, il controllo e le aspettative tue e degli altri, la tua età rispetto alle tue età, i ricatti emotivi nelle tue relazioni. Inizi a togliere fardelli che ostacolano la tua realizzazione e il raggiungimento di ciò che potremmo chiamare felicità.
In sintesi, una cosa, Maria Beatrice Alonzi vuole dirti, mentre ti porta in braccio e ti accarezza i capelli, con Non voglio più piacere a tutti. La cosa è che l’unica persona a cui deve importarti di piacere sei tu. E che, da quel momento in poi, sarai in grado di conquistare il mondo. Le servono un bel po’ di pagine perché il percorso dentro il quale ti guida, in realtà, ripercorre difficoltà e conquiste della sua vita.
La nostra recensione
Ho letto Non voglio più piacere a tutti due volte. Ho letto “Il libricino della felicità” una volta. Mi sono iscritta alla newsletter di Bea, ho ascoltato i suoi corsi.
La prima volta che ho letto Non voglio più piacere a tutti era uno di quei giorni di festa in cui hai solo voglia di nasconderti dal mondo, chiudere le tende, spegnere il sole, ripararti nel letto e lasciare fuori qualsiasi rumore della mente.
Perché magari la vita scricchiola e richiama a sé tutte le imperfezioni del passato che leggi come futuro, il pensiero si fissa su tutto ciò che non è stato, chi ami non lo capisci e non ti capisce, lo stomaco si chiude, e ogni traguardo della tua esistenza diventa un banale non sono stata capace, non sarò mai capace. Quelli sono i momenti in cui dimentichi chi sei e soprattutto perché sei esattamente come sei.
Sono i giorni che hanno un’eco fortissima che arriva dal passato, come dice Maria Beatrice Alonzi, e che si contraggono nella brama di una sola parola: normalità.
Mi sono addormentata per anni chiedendo a qualunque divinità esistesse nell’Olimpo, di farmi il dono di potermi svegliare normale la mattina dopo, se solo fosse passata in fretta anche quella notte. So di non essere stata l’unica. A parte me e Bea, siamo un discreto esercito. Per motivi diversi, bagagli e mancate coincidenze in stazioni differenti.
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La seconda volta ho letto Non voglio più piacere a tutti in un momento di pace, di tregua da ogni fatica e dolore. In un giorno in cui la vita tutto sommato fila, il cibo nutre e non castiga, la testa è attiva e in movimento, il bilancio degli affetti è in positivo a dispetto di ogni prezzo. Questa volta tutto ha suonato un poco più lontano. Mi sentivo a tratti forzata a guardare ciò che proprio non avevo voglia di guardare. Un fastidio, direi, che mi metteva nel bel mezzo, comunque, di una verità.
Io sono bulimica di pagine stampate. Posso passare giornate intere a leggere, finché non ho finito anche l’ultimo dei ringraziamenti, se appena appena ne ho la possibilità. Sempre meno, ma si addice al mio lavoro e alla mia età. Ma davvero, questo è un libro che ti consiglio.
Se ce la fai, leggilo a rate. Datti il tempo, capitolo dopo capitolo, di lasciarlo lavorare. Se hai già letto o ascoltato autori che ti invitano a un percorso di crescita personale, non troverai verità nuove, ma sicuramente rischi di fartele suonare come fossero dette per la prima volta. Perché hanno un pregio: la sintesi e un ancoraggio ad ogni possibile realtà. Ci sono frasi che riconoscerai come maledettamente tue e soluzioni che ti suoneranno come maledettamente tue. Avevi solo bisogno di sentirtele ricordare, con indulgenza e amore.
Leggi questo libro se pensi che qualcosa ancora non torna nella tua esperienza di vita, se avverti che ci siano dei corsi e dei ricorsi. Nessuna bacchetta magica cancellerà le tracce che siamo così bravi a disegnarci nell’anima, ma possiamo iniziare a dubitare o, al contrario, rinforzare il nostro sguardo su ciò che abbiamo attorno, concedendoci la giusta distanza.
Poi, vai oltre. Se riconosci un bug più forte di tutti gli altri, un nodo, allora comincia davvero a lavorarci. Questo libro è un primo passo. Del resto, il primo è sempre il più importante…