Pensione integrativa, conviene?
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Risparmiare per avere una pensione integrativa conviene?
La risposta immediata e secca è sì.
La questione è decisamente urgente riguarda il nostro futuro, ed impone un veloce cambio di prospettiva ed una profonda presa di coscienza.
I numeri pubblicati a fine 2019 nel rapporto Istat “Situazione del paese” ci indicano la strada:
“Il quadro demografico italiano è caratterizzato da una significativa crescita della sopravvivenza e da un altrettanto marcato calo della natalità, con un conseguente invecchiamento della popolazione molto più veloce rispetto al resto d’Europa“
Istat – dati 2019
Vediamo qualche dato:
- 80,8 età media degli uomini
- 85,2 età media delle donne
- 59,7 gli anni vissuti in buona salute in media da un uomo
- 57,8 gli anni vissuti in buona salute in media da una donna
- 14.456 residenti in Italia che hanno compiuto i 100 anni di età
- 16 milioni sono i pensionati
- 36,3% sono i pensionati che ricevono meno di 1.000 euro lordi al mese
- 23,4 milioni sono le persone occupate in forza lavoro
- 2.409,2 miliardi il debito pubblico al 31.12.19 (dato Bankitalia)
Come funziona la pensione integrativa
Osservando questi dati ti chiedo: conosci il “rischio longevità“?
È quel rischio che ha una persona di vivere molto a lungo, lasciando se stessa senza risorse finanziarie per affrontare serenamente la terza età.
Iniziare a pianificare fin da subito la pensione integrativa ci permetterà di tenere sotto controllo il rischio longevità.
Per farlo, il primo passo è prendere coscienza e guardare al futuro, per questo ti consiglio di memorizzare bene i numeri che l’Istat ci ha fornito.
Secondo passo, è capire cos’è la pensione integrativa, a che cosa serve e come calcolarla.
Nel nostro paese esiste da sempre una sorta di gentlemen agreement tra generazioni, secondo il quale le pensioni attuali vengono pagate con i contributi versati dai lavoratori attivi. Questi a loro volta riceveranno la pensione grazie ai contributi versati dai giovani, che entreranno in futuro nel mondo del lavoro.
Un insieme di fattori quali:
- invecchiamento della popolazione
- età media di vita
- calo delle nascite
- diminuzione della forza lavoro presente e futura
hanno creato un profondo squilibrio tra numero dei pensionati e numero degli occupati, con conseguente importante deficit per i conti pubblici.
A partire dagli anni ’90, l’introduzione di alcune riforme e nuovi metodi di calcolo, hanno ridotto sensibilmente l’importo delle pensioni, soprattutto per i più giovani.
Potremmo dunque trovarci in un batter d’occhio e senza saperlo nel bel mezzo del rischio longevità, con una pensione non sufficiente a garantire una vecchiaia serena, o peggio ancora l’aiuto di qualcuno nel caso non fossimo autosufficienti.
La pensione integrativa ha esattamente questo compito: integrare il nostro reddito una volta arrivati alla pensione, e garantire dunque le risorse finanziarie idonee al tenore di vita.
Come fare dunque?
- Analizza la situazione attuale fai un check -up della professione, dei contributi versati, dell’età pensionabile;
- Quantifica il gap pensionistico determina cioè la differenza tra l’ultima retribuzione e la prima pensione attesa;
- Calcola il fabbisogno futuro cioè quale tenore di vita vorresti avere quando sarai in pensione;
- Determina l’importo ovvero la quota di risparmio mensile che puoi destinare alla pensione integrativa, tenuto conto degli anni che mancano alla pensione.
- Scegli lo strumento pensionistico e la linea d’investimento più idonea alle tue esigenze e alla situazione lavorativa.
Suggerimento: Per facilitarti il compito utilizza il simulatore che trovi nel sito dell’INPS, è molto utile e attendibile.
Katia Moretto
Fondi pensione aperti, chiusi o PIP
Per scegliere lo strumento giusto per il nostro piano pensionistico integrativo, è indispensabile fare chiarezza, conoscere quali sono gli strumenti e quali sono le principali differenze che li contraddistinguono.
Gli strumenti previdenziali che si possono utilizzare sono:
- Fondo pensione aperto
- Fondo pensione chiuso
- PIP – Piano pensionistico individuale.
L’obiettivo comune di questi strumenti previdenziali è:
- integrare la pensione di base anche con una pensione integrativa reversibile (in favore del coniuge o di altri beneficiari da te designati);
- affrontare in piena serenità la terza età agevolando il passaggio dal lavoro alla pensione;
- far fronte ad eventuali difficoltà lavorative o personali.
Le somme versate nel Fondo pensione aperto, chiuso o nel PIP, sono custodite presso una banca, un’impresa di investimento, un’assicurazione e investite nei mercati finanziari.
Come? Secondo le tue indicazioni, in base al profilo di rischio e agli anni che mancano alla pensione.
Pur essendo strumenti diversi tra di loro, sono soggetti alla stessa normativa e allo stesso trattamento fiscale.
Al raggiungimento dell’età pensionabile potrai ricevere:
- 100% una rendita integrativa mensile reversibile sul coniuge o su altra persona da te designata;
- 50% del montante accumulato in capitale e il restante 50% in rendita;
- 100% in capitale, ma solo se il montante accumulato pagherà una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale;
E se nel mezzo del cammino lavorativo incontri gravi difficoltà personali o famigliari non disperare, sono previsti dalla normativa casi in cui potrai chiedere delle anticipazioni per:
- Spese sanitarie straordinarie e riferite a gravi condizioni di salute personali o famigliari, fino al 75% del capitale accumulato;
- Acquisto o ristrutturazione prima casa per te o per i tuoi figli, fino al 75% del capitale accumulato;
- Motivi personali fino al 30% del capitale accumulato;
Sono previsti casi di riscatto del 100% del capitale accumulato al verificarsi di:
- invalidità permanente;
- inoccupazione superiore ai 48 mesi;
- dimissioni o licenziamento;
- decesso dell’aderente.
Oppure il riscatto fino al 50% del capitale accumulato in caso di:
- inoccupazione non inferiore a 12 mesi (e non superiore a 48 mesi);
- mobilità, cassa integrazione ordinaria o straordinaria.
In alternativa al riscatto, e solo in presenza di requisiti particolari, potrai richiedere RITA, ovvero il pagamento di una rendita integrativa temporanea anticipata.
Nota importante da sapere, gli strumenti previdenziali sono soggetti a costi molto diversi tra loro, e il loro impatto può essere significativo sulla prestazione finale.
Per conoscerli è sufficiente consultare la scheda dei costi nel documento “Informazioni chiave per l’aderente”, che ti verrà consegnato al momento dell’adesione. Una corretta valutazione dei costi è fondamentale per scegliere lo strumento previdenziale più idoneo.
Suggerimento: sul sito COVIP, puoi consultare il comparatore dei costi delle forme pensionistiche. Così da poter confrontare i costi degli strumenti previdenziali offerti.
Katia Moretto
Qualsiasi sia lo strumento previdenziale che ritieni più idoneo a te, la prestazioni di cui potrai beneficiare dipenderà:
- dall’importo complessivo dei versamenti eseguiti;
- dalla durata del periodo di contribuzione (chi prima inizia è a metà dell’opera con poco sforzo otterrai il massimo risultato);
- dai costi sostenuti nell’arco del periodo di adesione;
- dai rendimenti ottenuti attraverso l’investimento dei contributi versati nelle linee scelte;
Fondi pensione aperti
I fondi pensione aperti sono delle “casse” gestite da banche, assicurazioni, SGR (Società di gestione del risparmio), SIM (Società di intermediazione mobiliare) o enti, utilizzate come forma di previdenza privata, all’interno delle quali versare volontariamente l’importo destinato alla pensione integrativa.
Possono aderire ad un fondo pensione aperto lavoratori dipendenti, autonomi, professionisti, ma anche chi ha già una pensione o chiunque voglia ottenere un’integrazione alla pensione di base.
Il fondo pensione si definisce aperto quando qualunque persona può accedere al fondo senza alcuna limitazione, versando contributi volontari oltre che la quota annua del TFR maturato.
Il risparmio conferito al fondo pensione sarà investito in linee di investimento (garantite, obbligazionarie, bilanciate e azionarie), da te scelte sulla base degli anni che mancano alla pensione e al tuo profilo di rischio.
Fintanto che il fondo pensione è esistente, potrai intervenire sempre modificando sia l’importo dei versamenti che la linea di investimento.
Fondi pensione chiusi
I fondi pensione chiusi (o anche negoziali) si differenziano dai fondi pensione aperti in quanto sono dedicati ad alcune categorie di lavoratori, e sono frutto di accordi collettivi tra lavoratori e datori di lavoro.
Puoi aderire al fondo negoziale solo se dei dipendente di una specifica azienda, o appartieni ad precisa categoria professionale (ad esempio: chimici, metalmeccanici, lavoratori del settore edile, settore pubblico).
L’adesione al fondo pensione può avvenire direttamente presso l’azienda, nei patronati incaricati o via web. Per alcune categorie di lavoratori è automatica al momento dell’assunzione (“adesione contrattuale“).
Nel sito Covip alla Sezione I – Fondi Pensione Negoziali potrai trovare la lista dei fondi pensione chiusi.
PIP piani individuali pensionistici
PIP o piani individuali pensionistici sono contratti assicurativi appartenenti al ramo pensionistico vita. Sono gestiti unicamente da compagnie assicurative e l’adesione è sempre volontaria ed individuale.
Anche il Pip può accogliere sia versamenti volontari che il conferimento del TFR.
A seconda delle caratteristiche del contratto assicurativo, al fine di rivalutare il capitale accumulato, potrai investire il denaro conferiti al PIP :
- in una Gestione separata;
- in Fondi interni o OICR;
- nella combinazione delle precedenti
Ricordati sempre di consultare la scheda costi.
Quindi: a chi conviene?
Cominciamo con il dire che l’adesione ad una forma di previdenza complementare, che si tratti di fondo pensione aperto o chiuso o Pip, riserva specifiche agevolazioni fiscali:
- la deducibilità dei contributi dal reddito IRPEF fino a 5.164,57 euro l’anno, quindi paghi subito meno imposte sui redditi. Passaggio importante è che nello stesso limite puoi portare in deduzione anche i versamenti effettuati a favore di familiari fiscalmente a carico;
- la tassazione dei rendimenti ottenuti dall’investimento nella gestione finanziaria dei versamenti eseguiti, sono soggetti a un’aliquota massima del 20% anziché del 26% come accade nelle altre forme di risparmio finanziario;
- la tassazione della pensione integrativa o del capitale è soggetta a un’aliquota agevolata dal 15% al 9% in funzione agli anni di adesione alla previdenza complementare;
- le tassazione delle anticipazioni o dei riscatti a fronte di gravi difficoltà personali o familiari è soggetta a un’aliquota agevolata che varia tra il 15% al 9% in base al numero di anni di partecipazione al fondo.
Per rispondere se conviene o meno un piano pensionistico integrativo, dovresti prima di tutto chiederti se sei disposto ad accettare il rischio di arrivare alla pensione senza risorse sufficienti.
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Attendere e sperare nella pensione Inps potrebbe procurati non poca delusione e forse qualche preoccupazione, proprio in vecchiaia quando invece dovresti goderti il meritato riposo.
Risparmiare per la pensione integrativa significa rivedere le abitudini di consumo, e soddisfare uno dei bisogni finanziari fondamentali che trovi al quarto gradino della Piramide finanziaria.
Se vuoi rivederla e scoprire quali sono gli altri, ti consiglio di leggere il mio articolo Piramide del risparmio.
Noi essere umani siamo spesso vittime di trappole mentali.
Queste ci ingannano ci rendono incapaci di guardare al futuro e ci inducono a rimandare quelle decisioni, che se prese in tempo, consentono con il minimo sforzo economico di semplificare e realizzare la serenità finanziaria tanto desiderata.
Avere coscienza della situazione pensionistica del paese, consente di fare delle considerazioni oggettive ed indiscutibili, rendendoci consapevoli che progettare per tempo la pensione complementare non è solo conveniente ma soprattutto urgente.