Come contribuire allo sviluppo sostenibile

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Ogni singolo cittadino può contribuire allo sviluppo sostenibile: risparmiare energia elettrica, preferire acquisti verdi e fare una corretta raccolta differenziata sono semplici azioni alla portata di ciascuno di noi. In questo articolo approfondiremo questi concetti in modo semplice e generico. Puoi trovare altri articoli sul tema dello sviluppo sostenibile qui sul blog LeROSA. 

Risparmiare energia elettrica

L’Unione Europea ha previsto di ridurre le emissioni di gas serra del 20%, per arrivare ad un 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Il documento di partenza per contribuire allo sviluppo sostenibile è il pacchetto clima-energia 20-20-20. Risparmiare energia elettrica è possibile: occorre tenere conto dei nuovi tipi di illuminazione, avere impianti moderni ed efficienti, valutare migliori offerte dei gestori.

Risparmiare energia elettrica nelle abitazioni, negli uffici, negli esercizi commerciali è uno dei primi passi per contribuire allo sviluppo sostenibile. In Italia circa il 36% dell’energia totale consumata è destinata al riscaldamento invernale, al raffreddamento estivo, all’illuminazione e al funzionamento degli elettrodomestici. Su questo tipo di consumo i risparmi possibili sono notevoli,  tanto da arrivare perfino all’80%. 

Le previsioni a dieci anni sul consumo di energia elettrica ci dicono che la domanda di energia crescerà con un tasso medio annuo dell’1% circa. Il consumo di energia elettrica nel mondo passerà dal 14% del 1990 al 23% circa previsto per il 2040. Se vogliamo avere energia per il nostro Paese e per il mondo intero dobbiamo salvaguardare questa fonte energetica per contribuire allo sviluppo sostenibile di tutti i Paesi del mondo.

Nelle abitazioni con impianti classici è importante scegliere il giusto fornitore di energia elettrica, confrontando i prezzi e valutando le ore di punta di utilizzo. Ad esempio, per chi lavora fuori casa è meglio scegliere tariffe che prevedono sconti nelle fasce tardo serali e notturne. Al contrario, per chi lavora da casa, per le mamme o i pensionati che utilizzano elettrodomestici e corrente elettrica a tutte le ore del giorno si consiglia di scegliere una tariffa diurna. 

Per i nuovi edifici o per chi intende effettuare ristrutturazioni è interessante tener conto di moderni impianti, efficienti e a basso consumo energetico: un altro modo per avere una casa ecologica e concorrere a realizzare uno sviluppo sostenibile.

Gli impianti a pannelli fotovoltaici utilizzano la luce solare per produrre energia elettrica. Parte dell’energia non utilizzata può essere accumulata e rivenduta al gestore. Se questi impianti sono abbinati a pompe di calore, si può anche provvedere al riscaldamento e condizionamento degli ambienti oltre che alla produzione di acqua calda ad uso sanitario e contribuire così ad un modello di sviluppo più sostenibile.

Per risparmiare energia molto importante è anche l’isolamento termico dell’edificio. Nelle moderne costruzioni a ridotto consumo energetico:

  • si impiegano componenti a bassa conducibilità;
  • sono presenti doppi o tripli vetri trattati con speciali pellicole isolanti;
  • si alternano elementi isolanti e elementi resistenti dal punto di vista meccanico.

Sviluppo sostenibile: acquisti verdi

Gli acquisti verdi sono noti anche con la sigla inglese di GPP: Green Public Procurement. Si tratta di uno strumento per favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale nella pubblica amministrazione. Per contribuire allo sviluppo sostenibile e favorire l’economia circolare le pubbliche amministrazioni si impegnano a seguire dei protocolli green nella scelta dei loro servizi e prodotti. 

Queste azioni consentono di:

  • ridurre gli impatti ambientali;
  • stimolare l’innovazione tecnologica;
  • diffondere modelli di consumo e acquisto sostenibile.

La pubblica amministrazione, tramite questi protocolli, arriverà ad una riduzione della spesa pubblica, dei rifiuti prodotti, dell’uso delle sostanze pericolose, contribuendo così allo sviluppo sostenibile del Paese.

I dati ci dicono che, in media, negli Stati Europei, gli appalti pubblici contribuiscono al PIL per il 15% circa: l’Italia si avvicina al 18%.

Per ogni tipo di acquisto sono previsti dei Criteri Ambientali Minimi (indicati dalla sigla CAM) per individuare le soluzioni, i prodotti, i servizi migliori sotto il profilo ambientale e del ciclo di vita del prodotto stesso.

Il Ministero dell’Ambiente ha redatto dei documenti da consultare in caso di acquisto per le pubbliche amministrazioni di vari tipi di prodotti e servizi:

  • arredi per interni ed esterni;
  • carta e abbigliamento da lavoro;
  • apparecchiature informatiche e per l’ufficio;
  • illuminazione e riscaldamento;
  • raccolta differenziata dei rifiuti;
  • ristorazione collettiva;
  •  trasporti e mobilità.

Per le gare d’appalto di beni e servizi per la pubblica amministrazione è obbligatorio seguire i CAM al 100% per tutto ciò che consuma energia (computer, lampadine, apparecchi elettrici) e almeno al 50% per le restanti forniture.

Per contribuire allo sviluppo sostenibile, al momento della scelta, si dovrà tenere conto del ciclo di vita di un prodotto o servizio: preferire materiali riciclati e progettare in modo da poter poi riciclare e riutilizzare tutte le parti del prodotto stesso.

I tre principali benefici nell’utilizzare protocolli standard per gli acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni:

  • rendere uniformi i protocolli e i processi di acquisto;
  • facilitare le certificazioni dei sistemi di gestione ambientale;
  • spingere altre aziende e fornitori a dotarsi di procedure di appalti green.

Quando parliamo di acquisti verdi, ricordiamoci che ogni singolo cittadino che acquista compie una scelta. Uno dei settori più inquinanti in assoluto è quello della moda. Per questo, per contribuire allo sviluppo sostenibile è importante scegliere capi ed accessori prodotti in modo da rendere la moda sostenibile.

In particolare, è fondamentale considerare:

  • le etichette, che indicano dove e come viene prodotto quel capo o accessorio;
  • le fibre utilizzate: preferire le fibre naturali e innovative che portano verso una moda sempre più sostenibile;
  • l’etica, il rispetto dei lavoratori, ma anche degli animali e del Pianeta.

Sviluppo sostenibile: i trasporti

Per contribuire allo sviluppo sostenibile occorre migliorare il settore dei trasporti a livello pubblico e privato. Un modello di sviluppo sostenibile si basa sui seguenti obiettivi:

  • promuovere l’inclusione sociale;
  • favorire l’efficiente impiego delle risorse;
  • ridurre gli impatti della mobilità sull’uomo e sull’ambiente.

Negli ultimi secoli la popolazione e la mobilità sono cresciute. Sempre più persone utilizzano i mezzi di trasporto pubblici o privati per muoversi per lavoro o per svago.

L’inquinamento dell’aria dovuto al grande numero di autovetture è molto aumentato. Nelle grandi città sono già stati presi provvedimenti come creare zone a traffico limitato, far pagare un contributo in denaro per chi raggiunge il centro della città con la propria automobile personale, incentivare l’uso del trasporto pubblico. Ma i dati ci dicono che tutto questo non basta: occorre fare di più.

In Italia i dati mostrano come le emissioni di gas serra dovute ai trasporti sono pari al 25%  circa di quelle totali: il 56% è dovuto ai mezzi privati e il 22% al trasporto pubblico e pesante. Spesso l’Italia supera i limiti europei per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria, pagando aspre sanzioni monetarie: occorre agire presto per contribuire ad uno sviluppo davvero sostenibile.

Nel recente PNRR numerosi investimenti andranno a favore di:

  • alta velocità;
  • ferrovie regionali;
  • trasporto pubblico locale “green”;
  • mezzi di trasporto privati a basse emissioni.

Lo sviluppo della rete dei trasporti pubblici prevede nuovi mezzi elettrici o sempre meno inquinanti, per incoraggiare a lasciare a casa l’automobile e muoversi utilizzando i collegamenti ferroviari, la metropolitana, i tram e gli autobus.

Entro il 2030 i bus elettrici dovranno essere il 70% del totale per poter arrivare al 100% nel 2050 e contribuire concretamente allo sviluppo sostenibile.

In ultima analisi viene favorito il lavoro da casa, quando possibile. Anche questa modalità di smart-working concorre allo sviluppo sostenibile: meno inquinamento, meno ore perse nel traffico cittadino, più tempo da dedicare al lavoro, alla famiglia, allo svago.

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La raccolta differenziata

Il dodicesimo obiettivo dell’Agenda 2030 è strettamente collegato alla raccolta differenziata dei rifiuti, altro aspetto che contribuisce allo sviluppo sostenibile.

Tra gli obiettivi che questo punto dell’agenda si ripropone c’è la diminuzione del 50% dei rifiuti alimentari e la riduzione in modo sostanziale della produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, il riciclo e il riutilizzo. La raccolta differenziata domestica è ormai in vigore in Italia da molti anni.

L’Italia oggi ricicla il 70% degli imballaggi, molto di più dell’obiettivo posto dall’Europa per il 2025 che è pari al 65%. I rifiuti urbani riciclati sono il 50%.

Nei prossimi 30 anni si prevede che la produzione mondiale annua di rifiuti sarà pari a 3,4 miliardi di tonnellate nel mondo: aumenterà del 70%. Allo stesso tempo, in Europa la raccolta differenziata aiuta notevolmente a smaltire e ad evitare di produrre ulteriori rifiuti.

Non tutte le regioni italiane sono ugualmente virtuose e in molte di queste ci sono ancora ampi margini di miglioramento. Anche la frequenza della raccolta varia molto da zona a zona e da regione a regione. Le Regioni più virtuose si confermano il Veneto, il Trentino Alto Adige e  la Lombardia.

Cosa differenziamo nelle nostre abitazioni? Siamo sempre più bravi a separare la frazione umida da quella secca, indifferenziata. Ognuna di queste due frazioni segue infatti un diverso percorso di smaltimento.

La carta e il cartone, la plastica, l’alluminio e il vetro sono ormai separati e raccolti a parte, destinati al riciclo e riutilizzo. tutte le famiglie italiane fanno la raccolta differenziata casalinga della plastica, dell’alluminio, della carta e del vetro. Anche nelle scuole, negli uffici, nei negozi la raccolta differenziata è diventata ormai una sana abitudine.

Se il post ti ha incuriosito, se sei interessato ai temi della natura, del green e dell’ambiente, contattami attraverso i riferimenti che trovi nel mio spazio autore. Ringrazio il blog LeROSA che mi ospita per trattare temi di fondamentale importanza per il presente e il futuro.

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