Bando a fondo perduto: chi può richiederlo
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Gli Enti che propongono bandi a fondo perduto a sostegno di specifici progetti indirizzati alla promozione o allo sviluppo dell’economia nazionale sono oggetto di grande attenzione in un periodo di crescenti difficoltà economiche sia per le imprese che per i privati cittadini. Vedremo cosa sono, come funzionano e chi può richiederli.
Cosa sono i Contributi a Fondo Perduto?
I Contributi a Fondo Perduto sono somme di denaro erogate in forma di prestito senza l’obbligo di restituzione del capitale e prive di interesse.
Oltre all’assenza degli obblighi di rimborso, questi contributi, sono privi della necessità di fornire alcuna garanzia e sono slegati dalla capacità reddituale dei richiedenti. Hanno lo scopo di fornire agli interessati la liquidità necessaria per affrontare nuove sfide imprenditoriali.
Esistono differenti tipologie di contributi a fondo perduto distinti a seconda dell’uso che l’Ente erogatore ha previsto per il loro impiego:
- Contributi in conto capitale: servono a riequilibrare il patrimonio delle imprese beneficiarie essendo diretti in modo generico alla copertura dei costi;
- Contributi in conto esercizio: hanno lo scopo prioritario di integrare i ricavi dell’impresa oppure di ridurre i costi di esercizio;
- Contributi in conto impianti: hanno la specifica funzione di incentivare l’acquisto di “beni tangibili di uso durevole” destinati ad essere impiegati per più anni dalle imprese come strumenti nella produzione del reddito aziendale (ad esempio un’autovettura per un tassista);
- Contributi in conto interessi: servono a ridurre il costo degli interessi applicati ad un contratto di finanziamento stipulato con una banca convenzionata con l’ente preposto all’erogazione del contributo;
- Contributi in conto canone: ha un funzionamento analogo ai precedenti ma sono riservati alla stipula di contratti di leasing.
A chi sono destinati?
I Contributi a Fondo Perduto sono principalmente destinati a favorire lo sviluppo di specifiche attività all’interno di un determinato settore economico o di un determinato territorio.
I destinatari privilegiati dei contributi a fondo perduto sono riconducibili a talune categorie di imprenditori o aspiranti tali che più di altre possono trovare difficoltà nell’accedere al credito attraverso i canali tradizionali: giovani, donne, disoccupati.
Alcuni contributi, noti come bonus, sono anche destinati alle persone fisiche non imprenditori.
I Contributi a Fondo Perduto sono erogati attraverso la partecipazione a bandi i quali prevedono le regole ed i requisiti per poter accedere alle somme.
I bandi per i contributi a fondo perduto possono essere sempre aperti oppure con scadenza, attivi sull’intero territorio italiano, su una singola Regione o Comune, solo su un’area, riservati a tutti gli imprenditori o limitati a categorie specifiche, a settori distinti o a tipologie di interventi.
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), varato a seguito della crisi pandemica che ha interessato l’ultimo triennio, ha previsto specifiche misure destinate a ridurre i divari territoriali, generazionali e di genere, la cui missione è accompagnare il Paese in un percorso di digitalizzazione, transizione ecologica ed inclusione sociale.
Contributi a Fondo Perduto destinati alle Donne
Queste misure sono definite dal Piano come “priorità trasversali”, rappresentano quelle scelte che guidano investimenti e riforme con l’obiettivo di ridurre i divari di opportunità economiche e sociali tra donne ed uomini.
Le donne che scelgono di intraprendere un’attività imprenditoriale hanno motivazioni comuni come:
- La ricerca dell’indipendenza e dell’autonomia per prendere liberamente le proprie decisioni e controllare la propria carriera e realizzarsi professionalmente portando avanti un’idea o un progetto proprio.
- La conciliazione lavoro-famiglia, bilanciando gli orari di lavoro e le responsabilità in base alle proprie esigenze personali.
- Le opportunità di crescita e successo e il desiderio di contribuire alla società, utilizzando il proprio potenziale per ottenere risultati significativi dimostrando anche di saper creare un impatto positivo nella società fornendo soluzioni innovative.
Tuttavia, è importante ricordare che ogni donna può avere motivazioni personali uniche per voler fare impresa.
Diverse sono le formule previste per agevolare l’autoimpiego femminile, queste vanno dal sostegno al credito, al finanziamento agevolato fino ad arrivare ai contributi a fondo perduto.
In Italia, la quota delle imprese femminili sul totale delle imprese attive è del 22% soltanto, contro il 32% della media UE (dati Unioncamere 09/2022).
Per promuovere e sostenere lo sviluppo di nuove imprese gestite da donne, indipendentemente dalla regione in cui hanno sede, dalla fase di costituzione e dalle dimensioni, sono stati introdotti i programmi di finanziamento chiamati “Bandi per l’Imprenditoria al Femminile”
Ai bandi per contributi a fondo perduto destinati all’imprenditoria femminile possono accedere:
- lavoratrici autonome;
- imprenditrici individuali;
- società di persone o capitali guidate prevalentemente da donne;
- società cooperative con socie per almeno il 60%.
L’obiettivo di questa tipologia di contributi a fondo perduto è quello di finanziare le nuove imprese o quelle costituite da meno di un anno con un massimo di 250.000 euro. La previsione dei finanziamenti è la seguente, per i progetti fino a:
- 100.000 euro, è prevista una copertura del 80% delle spese.
- 250.000 euro, è prevista una copertura del 50% delle spese.
Gli ambiti interessati all’erogazione di contributi a fondo perduto sono i più disparati e coprono i settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del turismo, del commercio, della salute e della cultura.
Il fondo destinato prioritariamente alle donne al momento ha esaurito i propri stanziamenti ed è in attesa di essere rifinanziato. Le imprenditrici sono state quindi dirottate verso altre misure di sostegno che coprono settori non esclusivamente femminili.
Contributi a Fondo Perduto destinati alle Start-up
Le Start-Up sono quelle imprese in fase iniziale con progetti innovativi da fare crescere. Ma non tutte le imprese nella loro fase iniziale possono essere considerate delle start-up.
Caratteristica delle start-up è innanzi tutto la temporaneità della sua condizione, in quanto si prefigge l’obiettivo di realizzare il proprio modello di business in tempi rapidi, sfruttando la grande potenzialità delle proprie idee e permettendone la diffusione presso un grosso numero di persone con la possibilità di replicare il modello in qualunque parte del mondo. Questo significa che le start-up nascono già con l’obiettivo di diventare grandi aziende internazionali.
Ulteriore caratteristica è la ricerca di risorse necessarie per lo sviluppo dei progetti.
Poiché le start-up hanno per oggetto lo sviluppo di un’idea di business che passa attraverso diverse fasi prima di trasformarsi in un prodotto a larga diffusione, per sostenere queste fasi servono forti investimenti che offrono speranze di guadagni molto aleatorie.
Per questo spesso le start-up si affiancano ad “incubatori” il cui scopo principale è quello sostenerne la crescita fornendo il supporto necessario per la raccolta dei finanziamenti sia pubblici che privati.
Le start-up innovative sono state definite dall’art. 25 del D.L. 179/2012, devono rispettare alcuni requisiti vincolanti come:
- essere costituite come società di capitali, anche in forma cooperativa, in Italia, da non più di 60 mesi.
- Avere come oggetto sociale prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico.
- Avere un valore della produzione, a partire dal secondo anno di attività, non superiore a 5 milioni di euro.
- Non distribuire utili finché gode del regime agevolato per le start-up innovative.
- Possedere almeno uno degli ulteriori requisiti: – Impiegare come dipendenti o collaboratori, per oltre un terzo della forza lavoro complessiva, personale con un dottorato di ricerca, ovvero per oltre due terzi, personale in possesso di laurea magistrale. – Investire in costi di ricerca e sviluppo almeno il 15% del maggiore tra il costo ed il valore della produzione. – Essere titolare o depositaria o licenziataria di una privativa relativa ad un’invenzione industriale.
Questo garantisce l’accesso ad agevolazioni fiscali sia per le stesse società che per gli investitori.
I contributi a fondo perduto previsti per le start-up finanziano progetti con budget tra i 100.000 ed il milione e mezzo di euro.
L’intento di questa tipologia di contributi a fondo perduto è quella di dare vita ad imprese ad alto contenuto tecnologico ed innovativo, sviluppare opportunità d’impresa ed incoraggiare l’occupazione ed il progresso sostenibile.
I contributi a fondo perduto destinati alle Start-up coprono trasversalmente tutte le iniziative create prevalentemente da giovani e donne.
Contributi a Fondo Perduto destinati ai giovani
Dai dati statistici dell’ISTAT, i giovani sono stati tra le categorie più colpite dalla negative ricadute economico-sociali della crisi pandemica.
Tasso di disoccupazione giovanile tra i 16-24 anni 29,2%, giovani tra i 20-34 anni che non studiano e non lavorano 27,9%, tasso di abbandono scolastico nelle scuole secondarie di primo grado 3,8% (fonte Italiadomani PNRR).
È stato deciso pertanto di prevedere una serie di investimenti per garantire un miglior inserimento delle nuove generazioni nel mondo del lavoro. Si è puntato sui settori per i quali i giovani hanno dimostrato una più forte sensibilità come quelli dell’innovazione tecnologica e quelli connessi alla “Rivoluzione Verde”.
I programmi per contributi a fondo perduto destinati alle nuove imprese giovani sono riservati ai giovani tra i 18 ed i 35 anni.
Contributi destinati ai disoccupati
Poco spazio per i bandi per contributi a fondo perduto è riservato alla categoria dei disoccupati, salvo che non rientrino tra i giovani tra i 18 e 35 anni oppure siano donne senza limiti di età.
Secondo l’Istat il tasso di disoccupazione nel 4 Trimestre 2022 era intorno al 7,8% sulla popolazione complessiva tra i 20 e 64 anni, di questo l’8,9% è rappresentato dalla popolazione femminile. Ma le percentuali più elevate sono sempre occupate dai giovani. È per questo motivo che la quasi totalità dei contributi a fondo perduto indirizzati alla creazione di nuove imprese sono destinate a queste categorie. Rari casi prevedono la partecipazione ai bandi per persone fino ai 50 anni di età.
La Missione 5 del PNRR ha l’obiettivo di riformare il sistema delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale al fine di favorire l’inserimento delle persone disoccupate migliorando l’attuale sistema incentrato come primo punto di contatto dai Centri per l’impiego.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha previsto delle forme di sostegno al reddito per le famiglie prive di occupazione per garantirne l’inclusione sociale.
Chi ha perso involontariamente il lavoro può richiedere un’indennità temporanea di disoccupazione.
Le persone in difficoltà potranno beneficiare di bonus il cui scopo è quello di alleggerire il peso economico di alcuni servizi essenziali per le famiglie.
Come si compilano le domande
Ogni bando, per l’attribuzione di contributi a fondo perduto, prevede delle procedure precise per la propria attuazione. In esso sono indicate le disponibilità finanziarie complessive e quelle concedibili alle singole imprese assegnatarie.
Per ottenere i finanziamenti è necessario compilare un’apposita domanda spesso corredata da un business plan, la cui utilità è quella di spiegare dettagliatamente il progetto che si intende attuare con il contributo richiesto.
È consigliato dedicare alla redazione di questo piano d’impresa una particolare attenzione. Questo documento sarà l’unico strumento che permetterà di dimostrare la fattibilità di una proposta imprenditoriale.
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Le domande devono essere compilate on line accedendo al portale dedicato con la propria identità digitale (SPID). Devono essere firmate digitalmente dal referente del progetto e trasmesse per via telematica.
L’esame delle domande avviene in base all’ordine di arrivo e in alcuni casi si compone di più fasi il cui superamento è necessario per completare l’iter istruttorio della richiesta. L’assegnazione del contributo a fondo perduto può avvenire per graduatoria oppure a seguito di valutazione da parte dell’Ente erogatore.
Come si è ben compreso, la partecipazione ai bandi per ottenere finanziamenti a fondo perduto non è sempre semplice se non si posseggono le conoscenze finanziarie necessarie per la redazione delle domande.
È quindi utile rivolgersi a consulenti esperti in grado non solo di aiutare gli aspiranti imprenditori nella preparazione della documentazione necessaria o nell’elaborazione del piano di impresa ma, prima ancora, capaci di valutare tra i bandi disponibili quelli che meglio si adattano al progetto imprenditoriale ed alle altre esigenze dell’impresa.
In Italia i contributi a fondo perduto sono amministrati dallo Stato anche per il tramite dei suoi organismi locali: Regioni, Provincie e Comuni.
Per un primo esame degli incentivi si potranno consultare i siti istituzionali del MISE Ministero delle Imprese e del Made in Italy oppure INVITALIA oltre ai siti delle singole Regioni, Provincie e Comuni.
Allo stesso modo saranno accessibili, direttamente o per il tramite degli Stati Membri, anche i contributi a fondo perduto a livello europeo.
In sintesi, per ogni categoria di aspiranti imprenditori sono disponibili differenti contributi a fondo perduto. È fondamentale però avere una conoscenza approfondita sulle modalità di presentazione delle domande per poter massimizzare le opportunità di finanziare i propri progetti imprenditoriali.
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