Cos’è l’inflazione?
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Cosa si intende con il termine inflazione? Per cominciare potremmo usare una definizione da manuale:
Con il termine inflazione, (dal latino inflatio […] «gonfiatura») in economia, si indica l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere di acquisto della moneta.
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Ma in in concreto l’inflazione cos’è? Te lo spiego con un esempio:
- anno 2000 per acquistare pizza e birra spendevi più o meno 10.000 lire;
- anno 2020 per acquistare pizza e birra spendi più o meno 12 euro ovvero 23.000 lire circa.
Oggi, dunque, con le stesse 10.000 lire, ovvero poco più di cinque euro, acquisterai molte meno cose, oppure per comprarle dovrai spendere molto più denaro. In vent’anni il prezzo di pizza e birra è aumentato sensibilmente tanto da dover usare oltre il doppio del denaro prima occorrente.
Argomento importante da capire? Direi fondamentale quando gestisci e investi il denaro. Questo perché, fatta eccezione per rari casi di periodi deflattivi, il valore del denaro tenderà a svalutarsi sempre nel tempo.
Di quanto? Statistiche Istat alla mano possiamo dire che l’inflazione media annua oscilla tra l’1% e il 2%. Facciamo un esempio:
Il valore di 100 euro nel 1997, al netto del tasso di inflazione annuo, nel 2017 diventerà in termini reali di 69 euro. Senza rendercene conto, dopo vent’anni la perdita del potere d’acquisto del denaro è stata di circa il 31%.
Non esiste una spiegazione unica per definire la causa dell’inflazione, ma esistono tesi su cui gli economisti si trovano concordi:
- aumento della domanda: l’inflazione è causata da un aumento globale della richiesta di beni e servizi, che fa salire i costi. Quando la domanda cresce più rapidamente dell’offerta, i prezzi rincarano. Un esempio lo abbiamo avuto periodo del lockdown. A causa dell’epidemia Covid-19, è partita una richiesta enorme di prodotti di prima necessità, con effetti importanti sull’aumento dei prezzi.
- Aumento dei costi: l’inflazione può essere causata anche da un rialzo dei costi di produzione che le imprese devono sostenere. Ad esempio legate alle difficoltà di approvvigionamento della materia prima.
- Politica monetaria: l’inflazione è generata da un eccesso di offerta di moneta/denaro nel sistema economico.
Come si calcola l’inflazione
Del calcolo dell’inflazione se ne occupa l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Il punto di partenza è il cosiddetto “paniere“ ovvero l’insieme di beni e di servizi, rappresentativi dell’economia e acquistati dalle famiglie nel corso dell’anno.
Ciascuno di questi beni o servizi che compongono il paniere ha un prezzo, che può variare nel tempo. Il tasso di inflazione sui 12 mesi che si esprime in termini percentuali, si ottiene dalla differenza tra prezzo totale del paniere dell’anno in corso, rispetto a quello riferito all’anno precedente.
Molto interessante è calcolare l’inflazione “personale”, riferita cioè strettamente ai beni che consumiamo abitualmente in famiglia. Proviamoci in questo modo:
- elenca tutti i beni e servizi che abitualmente formano il “paniere di casa” partendo da un anno che chiameremo anno base (es.: Kg di pasta, tazze di caffè, tagli di capelli, numero di scarpe, dell’anno 2018).
- Calcola la spesa totale per ciascuna categoria di beni e servizi, cioè la spesa totale pagata nell’anno di misurazione (es.: Kg. di pasta 150 euro, tazze di caffè 400 euro, e così via).
- Somma i risultati ottenuti per ogni bene e servizio per ottenere il costo totale per consumi nell’anno base. (es.: totale consumi per l’anno 2018 ammonta a 1.000 euro).
- Confronta il valore del costo totale per consumi un anno dopo. (es.: anno 2019 il costo totale per consumi è aumentato a 1.030 euro).
- Calcola il tasso di inflazione a 12 mesi: esegui la differenza tra il costo totale per consumi anno base e quello dell’anno in analisi, dividi poi la differenza ottenuta per l’anno base e moltiplica per 100. Esempio: (1.030-1.000)/1.000*100. Otterrai la percentuale che misura l’inflazione dei tuoi consumi, in questo esempio il 3%.
Inflazione e indice dei prezzi al consumo
L’inflazione si determina attraverso l’indice dei prezzi al consumo (IPC).
Lo scopo di questo indice è misurare l’aumento del prezzo di beni e servizi che compongono il paniere, determinando così il costo attuale rispetto ad un periodo precedente. L’IPC è un indicatore economico importante utilizzato per orientare le politiche economiche di un paese, ed è misurato dall’Istat.
L’Istat misura tre tipi di indici dei prezzi al consumo, attraverso un’unica rilevazione e unica metodologia di calcolo, ma con finalità differenti tra loro:
- NIC per l’intera collettività nazionale
- FOI per le famiglie di operai e impiegati
- IPCA l’indice armonizzato europeo
NIC Nazionale per l’Intera Collettività
L’indice NIC misura l’inflazione a livello nazionale e complessivo. Come se l’Italia fosse un unico grande gruppo omogeneo di consumatori con le medesime abitudini di spesa, che ovviamente sono molto differenti. Possiamo dire che l’indice NIC è l’indice nazionale dei prezzi al consumo e si basa sulla rilevazione del costo di circa 1.507 prod784
FOI Famiglie di Operai e Impiegati
Il FOI è l’indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati. Si basa sul medesimo paniere di beni e servizi del NIC, ma a differenza di esso non considera i consumi dell’intera popolazione italiana, ma solo quelli riferiti alle famiglie in cui il “capo famiglia” è un lavoratore dipendente (non del settore agricolo).
Si utilizza l’indice FOI per:
- rivalutare l’assegno di mantenimento;
- aggiornare il TFR;
- rivalutare a aggiornare il canone d’affitto.
HICP Harmonised Index of Consumer Prices (IPCA)
L’indice IPCA nasce come misura di comparazione dell’inflazione tra Paesi europei.
Viene calcolato in relazione ad un paniere di beni e servizi che tiene conto delle particolarità di ogni paese ma con regole comuni per la determinazione dei beni che lo compongono. Ad esempio, sono esclusi lotterie, lotto e servizi relativi alle assicurazioni sulla vita. A differenza degli indici NIC e FOI, l’indice IPCA considera il prezzo effettivamente pagato dal consumatore e quindi al netto di eventuali promozioni, saldi, ecc..
Inflazione e deflazione: confronto
L’inflazione è un fattore positivo o negativo? Possiamo certamente dire che è positivo quando il suo valore rimane ad un livello contenuto, poiché sta ad indicare che l’economia di un paese cresce in modo equilibrato.
È viceversa negativo quando raggiunge livelli elevati determinando un aumento significativo dei prezzi e una perdita di valore del denaro (svalutazione) che impoverisce la popolazione.
Per darti un parametro concreto su cui ragionare, il Consiglio direttivo della BCE si propone di mantenere l’inflazione su livelli inferiori ma vicini al 2%, in quanto considerata “sana inflazione”.
Esiste però anche una situazione opposta all’inflazione: la deflazione, ovvero quando i prezzi calano.
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Seppur apparentemente positiva, la diminuzione dei prezzi rispetto all’aumento, se prolungata nel tempo, è indice di un rallentamento della crescita economica di un Paese, dovuto a una recessione o grave crisi economica. Il calo dei prezzi, infatti indica un calo della domanda da parte del consumatore con conseguente calo della produzione, dei salari e dell’occupazione.
Dopo aver letto questa articolo spero tu abbia compreso il significato di inflazione, ma soprattutto gli effetti di questa sul nostro quotidiano.
È quanto mai indispensabile gestire bene le proprie entrate, creare equilibrio tra entrate e uscite e identificare la quota di risparmio.
Il risparmio va correttamente investito secondo una sana e corretta pianificazione, in grado di mantenere e preservare il valore dei tuoi denari nel tempo.
Non seguire una pianificazione si traduce in perdita annua del potere d’acquisto senza che tu abbia la percezione reale di quanto succede. Con l’effetto di ritrovarti nell’arco degli anni con minor denaro di quanto pensi di poter spendere.