Pensione integrativa: guida completa

Indice dei contenuti
Ecco la guida completa sulla pensione integrativa: una forma di risparmio che si aggiunge alla pensione pubblica obbligatoria, con l’obiettivo di garantire un reddito aggiuntivo durante il periodo della pensione.
Iniziamo con una premessa importante: la pensione integrativa è un tassello all’interno di un sistema che va conosciuto nel suo complesso, ai fini di una corretta pianificazione pensionistica/patrimoniale.
Chiariamo il concetto attraverso la piramide delle 4 P:
Preciso che prima di parlare di previdenza, e di previdenza integrativa, è necessario conoscere il significato di:
- prevenzione. Mi prendo cura della mia salute fisica e mentale, per vivere una terza e quarta età in pienezza: posso aver protetto i miei beni e la mia persona, ma fondamentale è, fin dove ci è concesso, stare bene;
- protezione. Il “bene” più importante che abbiamo siamo noi stessi e le persone che amiamo, compresa la protezione dei beni materiali.
La prevenzione fa riferimento a tutte quelle buone pratiche che dovremmo usare quotidianamente per avere una vita sana sul piano fisico, affettivo e mentale, anche per il futuro.
La protezione è quell’insieme di strumenti che è utile conoscere per tutelare te e il tuo patrimonio.
Introducendo il concetto di protezione devo parlarti della differenza fra le pensioni ad oggi e le pensioni future.
Le pensioni ad oggi sono le pensioni che potresti maturare adesso se avessi i requisiti, e sono:
- assegno ordinario di invalidità;
- pensione di inabilità;
- pensione superstiti indiretta.
Le pensioni future si distinguono in due grandi categorie, ordinaria e di reversibilità.
Prima di parlare di pensione integrativa, che fa riferimento appunto all’integrazione della pensione futura, è necessario capire: “se ti succede qualcosa oggi, la pensione di inabilità che riceveresti, sarebbe in grado di sostenere tutte le spese che dovresti affrontare?”.
Le pensioni ad oggi sono ancora più importanti di quelle future e della loro integrazione, poiché dovrebbero garantire un adeguato tenore di vita anche in situazioni complesse causate da eventi imprevedibili.
Con il passaggio sempre più marcato al sistema contributivo, le pensioni ad oggi sono influenzate dai contributi versati e risultano generalmente molto basse. Meno sono gli anni di contribuzione, più basse saranno le pensioni, e spesso, nei primi anni di lavoro non c’è copertura.
Questa guida completa sulla pensione integrativa ti spiegherà cos’è, a cosa serve, perché conviene farla e quali sono le principali tipologie disponibili.
Cos’è?
La previdenza integrativa è quell’insieme di strumenti, normati dal legislatore, che permette di avere, al raggiungimento dell’età pensionabile, un’integrazione alla pensione erogata dall’INPS (con tutte le sotto gestioni), dalle casse professionali e dal fondo clero.
La previdenza, dal punto di visto normativo, si distingue in tre pilastri:
- previdenza obbligatoria primo pilastro;
- previdenza integrativa secondo pilastro – adesione con apporto del TFR per dipendenti;
- previdenza integrativa terzo pilastro – adesione libera e volontaria sganciata dal rapporto di lavoro.
I tre pilastri, insieme, permettono di raggiungere un buon livello di completezza del tassello PREVIDENZA.
Spesso i contributi versati, obbligatori o facoltativi, sono una componente preponderante dell’economia personale e familiare, per questo capire la propria situazione è il presupposto necessario per progettare correttamente il proprio benessere economico.
Nel prossimo paragrafo ti spiego a cosa serve e perché fare la pensione integrativa, con un esempio pratico.
A cosa serve e perché fare la pensione integrativa
La pensione integrativa serve per ottenere un’integrazione pensionistica nel periodo della vita in cui si smette di lavorare.
E’ importante capire i motivi per cui è diventato necessario aderire alla pensione integrativa.
Ricordiamo che:
- l’Italia è il paese più longevo in Europa e l’aspettativa di vita sta inesorabilmente aumentando, quindi ci saranno sempre più pensionati e che vivranno più a lungo;
- la natalità sta continuando a decrescere, quindi, ci sarà sempre meno forza lavoro e contributi versati.
- la vita lavorativa di una persona è più variegata con effetto sia sui contributi che vengono versati e che servono per pagare le pensioni attuali, sia per il conteggio delle pensioni;
- la previdenza obbligatoria si poggia su un sistema a ripartizione, cioè i contributi versati servono per pagare le pensioni attuali, non vengono investiti per il futuro.
Ti consiglio di farti queste prime domande, prima di scegliere quale strumento della previdenza integrativa utilizzare:
- il reddito che hai in questo momento è in linea con il tuo tenore di vita? è necessario che aumenti il reddito o riduca, se possibile, il tenore di vita? Sei in grado, con il tuo attuale reddito, di sostenere le tue spese ordinarie e straordinarie?;
- hai mai fatto una simulazione di quale sarà la tua pensione futura e a che età presumibilmente andrai in pensione?;
- hai calcolato il gap pensionistico, cioè sai di che cifra mensile avrai bisogno quando sarai in pensione per non ridurre il tuo tenore di vita?.
Ti suggerisco alcuni strumenti utili per rispondere a queste domande.
Un buon modo per comprendere se le entrate che abbiamo sono in linea con le nostre spese è usare il calcolatore della Banca d’Italia. Devi comprendere quante entrate hai e sopratutto quanto spendi. Una volta fatta questa valutazione potrai capire quanto riesci a risparmiare durante il mese/anno e quante sono le spese superflue che puoi ridurre.
Per calcolare la pensione futura ci sono dei software appositi ed è utile richiedere una consulenza specialistica. Ricorda: più si è lontani dalla pensione meno il calcolo è affidabile.
Per cominciare ti consiglio di scaricare il tuo estratto conto contributivo che trovi dentro il sito dell’INPS e simulare la tua pensione futura. Oppure scaricare la posizione pensionistica all’interno di ciascuna cassa professionale.
Pur con delle stime, puoi iniziare a prendere confidenza con i numeri. Anche in questo caso, più sei lontano dalla pensione più l’approssimazione è elevata.
Una volta calcolata la pensione in base al tuo reddito attuale, puoi individuare il gap pensionistico. Il passo successivo è capire come colmarlo, e la pensione integrativa è la soluzione pensata proprio per questo.
Ogni società di gestione che offre un fondo pensione mette a disposizione un simulatore, grazie al quale è possibile inserire i propri dati e stimare la differenza tra l’ultimo reddito prima del pensionamento e la pensione.
Online puoi trovare simulatori utili al calcolo: questo, ad esempio, è il simulatore che utilizzo io ed ha accesso pubblico.
Tipologie di pensione integrativa o complementare
Esistono diversi strumenti per raggiungere la pensione integrativa, primi i classici fondi pensione e i PIP. Esistono anche altre forme non suggerite dal legislatore, quali:
- piani di accumulo cioè PAC;
- redditi da gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare;
- polizze di ramo primo o ramo terzo.
Infine, alcuni operatori consigliano anche l’investimento in oro fisico.
Risparmiare per la pensione è sempre una scelta sensata, e diversificare sia gli strumenti che gli asset sottostanti può fare la differenza. Tuttavia, l’aspetto più importante è analizzare la propria situazione, scegliere il fondo pensione o lo strumento più adatto e, soprattutto, iniziare il prima possibile.
Facciamo un esempio pratico.
Ipotizziamo il caso di una lavoratrice dipendente nata nel 1980, con un reddito annuo lordo di 40.000 euro.
Ha iniziato a lavorare nel 2005 con un reddito di 20.000 euro e, prima della pensione, potrebbe arrivare a guadagnare circa 50.000 euro annui. Tuttavia, la sua pensione si attesterebbe intorno ai 32.000 euro, generando un gap pensionistico di circa 18.000 euro all’anno.
Se questa persona decidesse di destinare da oggi l’intero TFR e 500 euro al mese in un fondo pensione, resterebbero comunque scoperti circa 7.000 euro annui, rispetto al reddito a cui è abituata. Se invece fosse una lavoratrice autonoma, con partita IVA, e versasse 500 euro al mese in un fondo pensione, il gap stimato aumenterebbe a circa 16.000 euro annui.
Questo esempio dimostra quanto sia importante prendere coscienza della propria situazione finanziaria e iniziare subito a pianificare per garantire stabilità economica, sia nel presente che nel futuro.
Nella simulazione ho considerato un versamento in un fondo pensione, ma è importante sottolineare che la rendita annua di circa 11.000 euro che potrebbe derivarne, si potrebbe ottenere anche con un piano di accumulo semplice.
Quest’ultimo, a differenza del fondo pensione, non offre vantaggi fiscali ma garantisce maggiore flessibilità in fase di uscita, senza vincoli stringenti.
In alternativa, con un capitale già accumulato, si potrebbe farlo crescere nel tempo per poi convertirlo in rendita, oppure, acquistare un immobile e generare una rendita integrativa attraverso l’affitto.
Segui gli aggiornamenti per conoscere tutto ciò che ti serve e prendere le migliori decisioni in termini di pensione integrativa.