Come orientarsi nel mondo del lavoro?
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Come orientarsi nel mondo del lavoro invaso da tecnologia, globalizzazione, contrazione economica senza rinunciare alle nostre passioni per paura di non riuscire a guadagnare abbastanza? Non è affatto una domanda semplice, ma in questo post vediamo come sia possibile trovare ugualmente una risposta piuttosto in fretta, a patto di cambiare il modo in cui siamo abituati a guardare al mondo del lavoro.
Orientamento al lavoro: cos’è?
Nel modo tradizionale di vedere l’orientamento professionale si cerca di capire in quale “scatola” lavorativa puoi essere inserito in modo da produrre reddito, sulla base di una valutazione delle tue predisposizioni personali e scolastiche.
Orientamento al lavoro invece, nella mia visione, è più un “piano a lungo termine di auto realizzazione”.
Orientarsi rispetto al lavoro in quest’ottica significa trovare il modo di allineare la tua vera natura, i tuoi unici talenti e propensioni, con le richieste del mercato, stante il fatto che molto spesso il mercato non ha più ben chiaro lui stesso cosa vuole davvero.
Come puoi intuire c’è una differenza abissale fra questi due modi di vedere le cose: nel modo tradizionale il centro della questione è il come ottimizzare la forza lavoro che sei in grado di produrre, in funzione di una serie di professioni definite e ben identificate, come succedeva nel vecchio mondo industriale.
Nel modo in cui io invece amo guardare all’orientamento professionale, il punto centrale resta il CHI SEI TU DAVVERO, da mettere però in relazione con la tua capacità pro-attiva di guardare al mercato.
Quando dico “chi sei tu per davvero” intendo quello che fa veramente vibrare il tuo cuore di passione, che ti mette nella condizione ottimale di flusso, per dirla con lo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi dell’università di Chicago.
Si tratta di una precisazione molto importante perché, come ha più volte ormai dimostrato la scienza, le persone più felici hanno più successo.
Tecniche per l’orientamento professionale: il bilancio di competenze
Fra le tecniche per l’orientamento professionale, la più classica e conosciuta è quella del bilancio di competenze. Si tratta di uno strumento con cui si punta ad analizzare le competenze che hai maturato nella tua vita professionale, ma anche gli interessi, i valori e le tue uniche attitudini. L’obiettivo di un bilancio di competenze è quello di aiutarti ad individuare nuovi percorsi di sviluppo per il futuro.
Il rischio però di questa strategia tradizionale sta nel fatto che parte dal presupposto per cui, guardando bene dentro te stesso, alla fine saprai che cosa vorresti fare nella tua vita professionale.
Ma ti chiedo: quanto probabile è che tu riesca a pensare qualcosa che non sai che esiste?
A parte qualche raro caso di genialità alla Einstein, che è riuscito a visualizzare la legge di relatività immaginandosi a cavallo di un raggio di luce, la maggior parte di noi con un’intelligenza nella media, guarda alla vita e al futuro sulla base di quello che conosce.
Quindi, se anche arrivi a conoscere perfettamente chi sei e cosa ti piace sulla base di una serie di test e un lavoro sul bilancio delle tue competenze, se non conosci le dinamiche del nuovo mercato 4.0 con le sue diverse esigenze di professionalità come puoi inventarti una nuova vita professionale?
Il rischio è di avere un’idea molto rifinita di quello che sei e del tuo lavoro ‘ideale’, senza però sapere se quel lavoro ideale esiste ed è davvero richiesto.
O, caso ancora più frequente, finisci per accontentarti di un lavoro mediocre che risponde al tuo profilo di competenze solo perché non sai dell’esistenza di altri lavori in cui potresti invece eccellere ed esprimerti brillantemente. Uno o più lavori di cui resterai sempre all’oscuro, se ti basi solo su un lavoro di orientamento professionale tradizionale.
Autoindagine e capacità di lettura del mercato e del contesto”
Con questo non intendo certamente dire che il bilancio delle competenze è uno strumento obsoleto da non prendere in considerazione, anzi. Sarebbe come dire che il fuoco è passato di moda visto che oggi ci sono i fornelli elettrici!
Dico però che, oltre alla fase di autoindagine, è indispensabile che ti doti di strumenti per imparare a leggere il mercato e il contesto in cui puoi portare il tuo valore nel miglior modo possibile. Ovvero, assicurandoti di essere la persona con la soluzione giusta, al problema giusto, nel modo giusto.
Come si fa? Nel corso degli ultimi dieci anni ho messo a punto sulla mia pelle prima, e validato con i miei studenti più volte poi, diversi strumenti che ti permettono di lavorare su un doppio binario parallelo:
- da una parte l’autoindagine, la presa di coscienza e la messa a punto del tuo valore
- dall’altra l’indagine allo Sherlock Holmes delle esigenze nascoste (e quindi meno “gettonate”) del mercato.
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Solo così puoi riuscire a fluire in modo naturale sulle onde del burrascoso nuovo mercato del lavoro, imparando ad ‘annusare’ per tempo nuove richieste a cui tu – con le tue specifiche competenze e propensioni – puoi dare la miglior risposta possibile.
Se desideri, puoi approfondire questo argomento nel mio videotraining “Ricerca lavoro per confusi” che trovi all’interno della sezione corsi nel mio sito “lavoro e carriera”.
In ogni caso, quello che più importa è che tu abbia compreso l’importanza di indagare tanto DENTRO quanto FUORI di te.
Solo così puoi riuscire ad orientarti nel mondo del lavoro di oggi, che così tanto è diverso da quello di meno di una generazione fa.
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