Come sviluppare la leadership al femminile
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La leadership, nelle organizzazioni è, tra tutte le competenze trasversali (o soft-skills), la più ambita, studiata, rincorsa. Se la leadership è la la capacità di guidare, di motivare, di coinvolgere chi lavora con noi, la leadership al femminile è una forza trainante davvero potenziata che favorisce il cambiamento.
In effetti, questa competenza ha avuto negli ultimi anni una forte evoluzione: il vecchio approccio, quello che spontaneamente faceva pensare al mondo manageriale maschile, quello autoritario del controllo, della paura, della manipolazione, è oramai assolutamente anacronistico.
L’aver compreso che la componente umana è tra gli asset principali per il successo di una organizzazione la necessità di puntare su valori che permettano all’azienda di distinguersi, ha aperto le porte alla leadership al femminile: una leadership di qualità poiché contraddistinta da comportamenti, attenzioni, elementi tipicamente affini all’universo delle donne.
L’approccio innovativo, coerente con i tempi e con l’esigenza delle persone di sentirsi parte di qualcosa di grande, di lavorare per uno scopo comune è proprio la leadership al femminile. In questo articolo proveremo a riconoscerne gli elementi distintivi e come svilupparla al meglio.
Noi donne facciamo spesso fatica a crederci, ma la leadership è una nostra qualità innata. Un plus che, attraverso un processo di consapevolezza, possiamo sviluppare ulteriormente. Se arriviamo per così dire a “educarla”, diventerà la nostra arma potente. Un’arma per far crescere l’azienda, aumentarne la redditività, implementare il benessere di chi in quell’azienda ci lavora.
Per lavorare sulla consapevolezza, puoi provare a fare un esercizio:
- fai una lista delle qualità che chi ti ama e ti stima, riconosce in te;
- traduci queste qualità in punti di forza;
- riconosci tra questi punti di forza quelli che, nel tuo ambiente lavorativo, hai sempre adottato spontaneamente;
- integra ai precedenti anche quei punti di forza che gli altri ti riconoscono, ma non avresti mai pensato che al lavoro ti sarebbero stati utili.
Prendi consapevolezza della tua femminilità, impara a gestirla e vanne fiera, rimanendo te stessa. Questa la chiave per sviluppare la tua leadership e renderla autentica, non stereotipata.
Caratteristiche di una donna leader
Quali sono dunque gli elementi che contraddistinguono una donna leader, cioè capace di guidare, motivare, coinvolgere con approccio non autoritario, ma autorevole? Proviamo ad elencarli:
- attaccamento ai valori: quando la donna leader riconosce che i valori dell’organizzazione sono coerenti ed affini ai suoi, si adopererà con devozione, determinazione e costanza nel rimanere fedele all’azienda e al suo scopo.
- Coinvolgimento: la donna leader non è una guerriera solitaria, ma ama lavorare con il gruppo e per il gruppo. Per la donna leader un eventuale successo personale a discapito del team è un vero e proprio fallimento, mentre il successo del team è un grande successo, anche personale. Lei combatte per la causa, non per sé stessa.
- Capacità di delega: aiutare le persone a crescere, a formarsi, a diventare indipendenti è obiettivo primario della donna leader.
- Capacità di ascolto e empatia: chi più di lei sa “mettersi nei panni dell’altro”, comprenderne il punto di vista? La donna leader sa essere ricettiva, sa ascoltare, sa fare posto all’altro valorizzandone pensieri e sentimenti.
- Aver cura di sé: la donna leader sa bene che per far stare bene gli altri dovrà stare bene innanzitutto lei. Con sé stessa, nel suo corpo, nello spirito. Sa ritagliarsi del tempo da dedicare al proprio benessere senza per questo sentirsi in colpa per aver “rubato” qualcosa ad altri.
- Aver cura degli altri: la donna leader sa prendersi in carico il benessere delle persone. E non si limita a coloro che appartengono al suo team, ma lo fa in modo più ampio: pensa a tutti i membri dell’organizzazione, ai clienti, ai fornitori, insomma a tutti gli stakeholder. Il suo obiettivo è creare relazioni win-win, vincenti e virtuose, anche quando sono la conseguenza di un compromesso.
- Dare l’esempio: la donna leader ci tiene a fare lei per prima ciò che chiede agli altri.
- Rispetto, in senso lato: a partire dalle persone (delle quali si esercita a individuarne e apprezzarne le qualità) per arrivare alle regole. E ancora, dal rispetto delle cose (proprie ed altrui) agli impegni presi (con sé stesse e con gli altri).
- Fiducia: ha lavorato tanto per acquisire fiducia in sé stessa, nelle sue capacità, nelle sue potenzialità. Da qui, è diventato facile porre la propria fiducia sugli altri.
- Senso di responsabilità: si impegna in prima persona e con atteggiamento proattivo e positivo, risponde consapevolmente delle proprie azioni.
- Abilità negoziale: con la creatività mescolata al dialogo e alla comprensione; con l’ascolto incrociato alla capacità di mettersi nei panni altrui, la donna leader sa trovare soluzioni creative davvero sorprendenti.
Scorrendo questa lista, che non pretende di essere esaustiva, è sorprendente vedere quanto intersecate, intrecciate, sovrapposte e sovrapponibili siano tra loro queste competenze. Non può esistere cura degli altri se manca la cura di sé; non c’è rispetto se mancano fiducia e responsabilità; manca la delega se manca la fiducia.
Leadership e famiglia
Proviamo a pensare quanto il nostro ruolo di donne, nel contesto famigliare, sia tipicamente un ruolo di leadership. Ma, attenzione! Non si tratta di avere un ruolo da capo-famiglia, o da capo-impresa-di-famiglia: vi è una grande capacità delle donne di ritagliarsi un ruolo di leadership pur figurando come gregarie.
La cultura, lo spirito di servizio, ma fondamentalmente il veder realizzato il sogno famigliare o imprenditoriale sulla base di valori condivisi, le permette di accettare con entusiasmo un ruolo secondario, di supporto e sostegno.
Nella sostanza, la donna punta alla realizzazione del progetto, al raggiungimento dello scopo. La visibilità è un “di cui”, e lei può farne tranquillamente a meno.
Ti è capitato di mediare un contrasto tra due membri della famiglia? Sei riuscita a farli giungere ad un accordo o li hai aiutati a vedere una soluzione che non avevano valutato?
O ancora, man mano che nuovi familiari (ad esempio figli e nipoti) sono entrati in azienda, li hai formati, affiancandoli e facendoli diventare autonomi e ben integrati nell’organizzazione?
Ti sei occupata di organizzare i momenti di condivisione della visione e della strategia aziendale per aumentare il coinvolgimento e l’affezione al brand?
Hai lottato affinché l’azienda adottasse dei buoni comportamenti e istituisse dei benefit per i dipendenti, pensando al loro benessere?
Bene, la tua leadership si è espressa al massimo della propria potenza e femminilità.
Come sviluppare leadership a seconda del contesto
Daniel Goleman, lo psicologo giornalista americano conosciuto soprattutto per i suoi libri, tra cui “Essere leader” e “Intelligenza emotiva”, ha profilato sei diversi stili di leadership, legandoli non tanto agli aspetti caratteriali e personali del leader, ma al contesto nel quale il leader si trova di volta in volta ad operare.
Stile visionario
Il leader, quando adotta uno stile visionario, coinvolge i collaboratori nel perseguire gli obiettivi. Visionario è colui che ha un sogno che desidera realizzare a tutti e costi e riesce, grazie al proprio carisma, a trasferire nei propri collaboratori il desiderio di fare quel sogno anche proprio. Questo stile è adatto ai momenti di grande cambiamento.
Stile democratico
Il leader democratico coinvolge i propri collaboratori nelle decisioni aziendali, li fa sentire importanti e li valorizza. Questi si sentono responsabilizzati e quindi parte attiva del progetto. Se il team è affiatato e il leader è un buon comunicatore, lo stile democratico sarà davvero efficace. Qualcuno sostiene che quello democratico sarà lo stile del futuro.
Stile coach
Il leader coach lavorerà per far sì che vi sia coerenza, affinità, allineamento tra lo scopo aziendale e quello del collaboratore. Empatia, esempio, ascolto attivo e cura saranno gli elementi che aiuteranno il leader a far emergere la consapevolezza e il coinvolgimento delle persone.
Stile esigente
La determinazione e il continuo ritornare verso l’obiettivo rende a volte ostico il leader. Ma se il gruppo è affiatato e il leader è amato e riconosciuto, la rifocalizzazione continua del leader è compresa, tollerata e a volte anche auspicata.
Stile armonizzatore
Quando necessario, il leader sa intervenire per appianare i conflitti, far dialogare le persone, mantenere alta l’accettazione reciproca. Se pensiamo allo stress e alle difficoltà che quotidianamente si affrontano in azienda, comprendiamo quanto questa qualità sia necessaria e preziosa.
Stile autoritario
Il capo autoritario si impone, non è aperto al confronto e non accetta repliche. Se pensiamo a questo stile, ci viene in mente il mondo militare. In alcuni momenti, quando colui che deve essere guidato sta camminando verso il pericolo e non ne ha consapevolezza, sia benedetto lo stile autoritario.
Se l’universo femminile è spontaneamente portato a spaziare in una varietà di stili che, adottati in modo consapevole, rendono la donna una leader all’avanguardia, è importante che lei abbia il coraggio di mantenersi autentica.
Possiamo dunque concludere dicendo che consapevolezza ed autenticità sono i capi di un filo rosso che unisce ed armonizza i singoli elementi della leadership di ogni donna, generando un patchwork di competenze sempre unico e straordinario.