Come curare l’Ortensia
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L’Ortensia è una pianta perenne arbustiva, appartenente al genere Hydrangea della famiglia delle Saxifragaceae, che si adatta bene in giardino, balcone o terrazzo ed è semplice da gestire.
Si presenta con un arbusto densamente cespitoso, rami verticali e foglie opposte oblunghe, dentate e di un vivace verdone scuro.
I fiori piccoli e semplici si offrono agli occhi di chi li ama, in una maestosa infiorescenza corimbi-forme, con sepali di vari colori. Solo alcune specie sono profumate.
Dotate di una notevole longevità, le ortensie necessitano di poche attenzioni: prediligono un clima fresco umido, con una temperatura ideale attorno ai 18°.
Temperature troppo elevate non permettono alla pianta di fiorire.
La specie di questa pianta ornamentale più coltivata è di origine asiatica, importata in Europa durante la Rivoluzione Francese.
Delle varie storie che si narrano sull’origine del nome Ortensia, mi affascina l’omaggio che un francese fece alla figlia di un principe, Hortense. Mentre il nome botanico Hydrangea è il risultato dell’unione delle parole greche “acqua” e “vaso”, per la forma delle capsule dei semi che sembrano piccoli recipienti di raccolta per l’acqua piovana.
Come coltivare l’Ortensia
La coltura non è particolarmente difficile, ecco perché sono abbastanza conosciute. Pur adattandosi ai terreni dove viene messa a dimora, l’ortensia dà il meglio di sé con alcuni accorgimenti.
• Clima. Predilige un clima fresco umido: magari sui 18° gradi. Se la dimora è in aree con inverni rigidi, proteggetela con pacciamatura naturale, fino a primavera.
• Esposizione alla luce. Mezz’ombra. Mal sopporta le calde estati con il sole a picco ed elegge a suo ideale una zona ombreggiata. In Veneto sono l’orgogliosa decorazione del lato nord delle case contadine: sole al mattino e al riparo di pomeriggio.
• Terreno. Neutro principalmente. Alcune specie prediligono un terreno acido e altre specie influenzano il colore dei propri fiori dall’alcalinità assorbita.
• Acqua. Regolare e abbondante direttamente sulle radici: anche 2 volte al giorno in piena stagione estiva. Meglio prediligere le prime ore del mattino (prima dell’alba, le 4 circa) e le tarde ore della sera (le 23 circa). State sempre attenti alla presenza di calcare nell’acqua che causa danni, spesso irreversibili.
Le Ortensie vivono in terrazzo o sui balconi in posizione soleggiata senza luce diretta, in ampi vasi. In appartamento sopravvivono negli stessi ampi vasi, in ambiente luminoso, con irrigazione e nutrimento regolare.
Fioritura e potatura
La maestosa fioritura inizia circa a maggio e se ne può godere fino a settembre. Molto richiesta dai fioristi per essere trattata con glicerina e ottenere composizioni stabilizzate, realizzabili anche con il “fai da te”.
I fiori, nella loro semplice forma, si trovano in commercio nelle varietà di colori: bianco, rosa, rosse, porpora, azzurro, blu, viola, gialli e verdi, ottenuti dal saggio equilibrio dei concimi apportati alla pianta.
Il cespuglio ha la necessità di essere potato in 2 momenti. A fine fioritura e appena finiscono le gelate. A fine settembre, togliete il grosso delle foglie già cadute, perché soffocano il terreno sottostante, specie se è prato e trasferitele sulle radici a mo’ di pacciamatura, per proteggere le radici dal freddo. Quindi tagliate i rami più grossi e lasciate i rametti più fini che sono le nuove leve: un effetto ringiovanente che farà concentrare la pianta nei nuovi germogli.
La vera potatura ci aspetta alla “ripresa vegetativa”, ad inizio febbraio circa, con forbici ben affilate e pulite. Si tagliano i rami che si intrecciano e quelli troppo alti per dare omogeneità e forma al cespuglio.
E poiché le ortensie si riproducono anche per talea, oltre che per seme e propaggine, e poiché a casa mia, non si butta via nulla: consiglio di piantare in vaso, i rami tagliati con i germogli. Otterrete nuove piante o un gradito regalo per le amiche.
Come? Ve lo dico subito:
• prendete un vaso di 20 cm di diametro;
• fate un fondo di 1 cm di argilla espansa;
• mescolate in parti uguali terriccio universale e terriccio acido, e con il composto riempite il vaso fino all’orlo;
• nel mezzo, infilate la talea fino a quasi arrivare al fondo -attenti al verso dei germogli;
• tenete il vaso con il terreno inumidito, all’interno di casa,al riparo dal freddo;
• dopo circa 20 giorni,controllate che la talea abbia creato radici che si aggrappino al terreno.
Et voilà! La pianta nuova è fatta. Sta a voi scegliere: tenerla o regalarla?
Riassumiamo le regole d’oro per una buona potatura delle Ortensie.
• Utilizza forbici affilate e disinfettate.
• Taglia in obliquo, 2 cm sopra un germoglio, nel verso contrario al germoglio.
• Un taglio deciso, per evitare marciume ed ottenere una cicatrizzazione veloce.
• Elimina a fine settembre i rami più grossi, vecchi e nodi importanti.
• A febbraio, taglia sopra la terza coppia di gemme, contando da terra. (quel che resta, ti ricordo di usarlo per le talee) e dai una forma al cespuglio.
• La mia pianta, alla veneranda età di 40 anni e oltre, predilige uno sfrondamento di circa 2/3 del totale, per essere libera di esprimersi, ogni anno, in modo nuovo.
• Tenete un cespuglio ben arieggiato con una potatura ben decisa. Permetterete così alla pianta di proteggersi da numerose malattie e spingere la sua nuova vegetazione.
Concimi e irrigazioni
L’Ortensia va irrigata abbondantemente da fine marzo a ottobre. Rigorosamente con acqua sul terreno e non sulla chioma.
È bene prediligere un’acqua con poco calcare, per non ostruire le radici e permetterebbe il corretto assorbimento dei nutrimenti naturali o aggiunti.
Evitate i ristagni di acqua.
Utilizzate una buona pacciamatura per l’estate: manterrete meglio l’umidità del terreno per il benessere della pianta e ridurrete il consumo di acqua, così preziosa ai nostri giorni.
Abbiate cura di nutrire la vostra ortensia: la mancanza di nutrimento non permette la fioritura. A meno che non i piaccia un bel cespuglio senza fiori.
Equilibrate il concime. Non datene troppo per far prima. Cominciate con pochissimo ed andate ad aumentare piano piano: osservate la risposta della pianta.
Premesso quanto sopra, vi svelo che con la concimazione possiamo decidere il colore dei fiori delle ortensie. Vi piace l’idea?
Vediamo con quali concimi.
• Universale: va bene con tutti i terreni, e la pianta ti regalerà fiori a sorpresa.
• Concime a basi di solfato di alluminio sono i più indicati per declinare il colore del fiore: circa 1 gr per litro. Un apporto graduato di questo concime e in quantità, che è bene segnarsi in un libretto, possono aiutarci ad ottenere la colorazione che vogliamo e a mantenerla.
• Concimi chiamati “20-20-20” oppure “25-10-10” NPK (questi sono i numeri che trovate sulle confezioni di concimi sullo scaffale e sono la percentuale presente in esso di azoto, fosforo e potassio) sono indicati per la parte vegetativa della piante.
Vi ricordo che le concimazioni devono essere scadenzate, magari ogni 15 giorni, e con piccole dosi di prodotto: un eccessivo apporto di concime può danneggiare la pianta di ortensia, come tutte le altre.
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Malattia e cura per l’Ortensia
Le Ortensie è in generale una pianta forte. Talvolta manifesta dei segni che ci indicano che qualcosa nella sua coltivazione deve essere cambiato.
Possiamo raggruppare le malattie in 4 grandi famiglie:
• Malattie da Funghi: le foglie presentano macchioline verdi/giallastre oppure biancastre. Sono il sintomo di troppa acqua in un caso e di troppo poca acqua nell’altro. Può essere evitata con un cambio di irrigazione, ma quando si manifesta, è meglio utilizzare composti specifici, per sanare la situazione.
• Virus: la pianta stenta a crescere, e le foglie non hanno brillantezza. L’unico modo per estirpare il virus è estirpare la pianta, facendo attenzione a togliere anche tutte le radici, per salvare le piante vicine.
• Insetti: i più comuni sono gli afidi, i ragnetti e la cocciniglia, e talvolta anche lumache e vermetti. Anche in questo caso per una cura veloce ed efficace ci si deve affidare a composti specifici, non necessariamente chimici.
• Deperimento: l’ortensia è una pianta maestosa e ha bisogno di acqua e nutrimento in continuazione. Se il vostro terreno non ha apporti naturali di nutrimento oppure se la vostra ortensia in vaso è un po’ spenta e sciupata, sappiate che vi sta chiedendo di avere un po’ di concime.
La mia Ortensia
L’Ortensia a casa mia significa tradizione.
Nella casa contadina dove sono nata e cresciuta fino a 30 anni, l’Ortensia erano 2 immensi cespugli che decoravano il lato nord della casa. Non ricordo perché fosse proibito accedere a quel lato del giardino, ricordo però la mano di Nonna Bianca che prendeva la mia per andare a vedere questi fiori cangianti.
L’Ortensia è l’unico fiore che non è mai stato reciso per abbellire casa nostra, perché non resiste che poche ore in vaso.
Solo recentemente un’amica mi ha insegnato l’arte della stabilizzazione dei fiori recisi.
Ma questa è un’altra storia…