Diario della gratitudine, come tenerlo e a cosa serve

diario della gratitudine di Assunta Corbo

Tenere un Diario della gratitudine, ci aiuta a migliorarci. Non solo perché ogni giorno dobbiamo sforzarci (all’inizio è proprio uno sforzo) di trovare 5 cose per cui essere grati, ma anche perché ci consente di vedere, attraverso ciò che scriviamo, chi siamo.

Ci sono almeno tre buoni motivi per tenere il Diario della Gatitudine e sono:

  1. trasformazione: rileggendo i pensieri del diario ci si rende conto anche di una propria trasformazione. Per questo motivo invito spesso a rileggere le pagine passate: è un modo per tenere d’occhio la nostra evoluzione.
  2. Disciplina: scrivere ogni giorno 3 o 5 pensieri di gratitudine è un impegno a tutti gli effetti. Non dura molto perché bastano 10 minuti ma è significativo. Chi scrive di professione sa che la disciplina è fondamentale per portare a termine libri, articoli e ogni altro progetto scritto. Ogni giorno c’è un obiettivo: che siano 5 pagine o 3 paragrafi o 5 pensieri di gratitudine. Questa abitudine, quindi, diventa un modo per testare la nostra disciplina. Il diario della gratitudine, infatti, produce straordinari effetti se tenuto con costanza.
  3. Memoria per il futuro: più volte mi sono trovata a immaginare una me anziana che legge le pagine del diario della gratitudine a Giulia, mia figlia. Un modo straordinario per lasciare un’eredità di parole ed emozioni. Non credete si tratti di un bellissimo ricordo per i nostri figli o nipoti? In realtà lo è anche per noi perché in un qualunque momento della nostra vita potremo rivivere la bellezza di alcuni momenti.

Qualcuna di voi tiene o ha tenuto un diario della gratitudine?
La pratica è molto semplice: diventa un’abitudine molto potente e di grande efficacia per allenare un mood positivo durante le giornate.

Diario della gratitudine, ecco come si fa

Il beneficio della gratitudine va oltre l’individuo.
È molto difficile concepire una comunità in cui gli effetti della gratitudine non abbiano un ruolo importante per il benessere stesso della comunità.

Piccola o grande che sia.
L’esperienza emozionale della gratitudine evoca sentimenti positivi che attivano un effetto domino sorprendente di cura e attenzione. Le relazioni si rafforzano.
La gratitudine è uno dei pilastri della società umana. E non è affatto esagerato pensarlo o affermarlo.

Togliendo l’attenzione dal proprio tornaconto personale, chi alimenta la gratitudine è più sensibile ai talenti altrui, alle necessità e al valore di ogni altro individuo.
Famiglia, lavoro, scuola, sport, gruppo di amici, condominio, cittadini: quanto potente diventa, tutto questo, nelle comunità di cui siamo parte?
Mi piace riflettere spesso su questo aspetto.

La gratitudine è applicabile a ogni nostra esperienza: soprattutto quando implica la relazione con altri.
Condivido con voi 10 ispirazioni per compilare il vostro diario della gratitudine:

  •  Dedicate 5-10 minuti per scrivere ogni giorno. Fatene un impegno, trasformatelo in abitudine e ne trarrete grande beneficio.
  • Se non avete a disposizione penna, matita o blocknotes e avete l’impulso di scrivere: registrate un audio sullo smartphone oppure scrivete nelle note del telefono. Quando tornate in possesso dei vostri strumenti trascrivete tutto sul diario.
  • Esplorate la densità di gratitudine: per un singolo evento quante sono le persone per le quali provare gratitudine. Siate specifici sempre: il dettaglio fa la differenza.
  •  Includete sempre qualche elemento sorpresa: cosa è accaduto di inaspettato nella giornata?
  •  Utilizzate il linguaggio del dono: ho ricevuto, mi sento arricchito perché, provo gratitudine per la gioia di…
  • Pensate alle persone per le quali provate gratitudine e al perché. Cosa avete ricevuto da loro?
  • Fate una riflessione sulle cose della vostra vita che date per scontato e prendete nota sul diario. Smettete di darle per scontate,
  • Va bene ripetere dei pensieri di gratitudine ricorrenti, ma ricordate sempre di trovare un dettaglio che fa la differenza.
  • Non scrivete solo di persone che hanno aiutato voi ma anche di coloro che hanno fatto la differenza nella vita delle persone che amate. Ampliate le fonti di gratitudine.
  • Siate grati anche per le difficoltà, gli accadimenti negativi, ciò a cui volete sfuggire. Trasformate l’esperienza in qualcosa di positivo.

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Diario della gratitudine: esempi

La lettera di gratitudine e il suo potente effetto sulla nostra felicità.
Voglio raccontarvi la storia di Walter Green: un imprenditore americano di successo che dopo anni di lavoro e impegni si è posto due domande.

A chi non ho detto grazie ma avrei dovuto?
Grazie a chi sono arrivato a essere l’uomo che sono?

Ormai ultra ottantenne, Green ha preso la decisione di vendere la sua azienda e concedersi il tempo per una nuova missione di vita.

Si è seduto, si è preso del tempo e ha stilato una lista delle persone che, nel corso della sua vita,  avevano fatto la differenza.
Mentre scriveva, si fortificava sempre di più il desiderio di incontrare queste persone e consegnare loro un biglietto di gratitudine.

Voleva che queste persone sapessero quanto importanti erano state per lui.
Così, Walter Green, ha organizzato un tour in giro per gli Stati Uniti: un anno, 44 lettere da consegnare.
Durante questo viaggio così speciale, Green si è reso conto di quanto lo stesse cambiando il potere della gratitudine e di quanto avrebbe voluto comprendere molto tempo prima la necessità di comunicare la propria gratitudine.
Da questa splendida esperienza è nato un libro fotografico che si chiama This Is The Moment: questo è il momento giusto per dire grazie!
Una lezione di vita importante:non serve aspettare per mostrare gratitudine.

Facciamolo ora, facciamolo ogni giorno.

La mia gratitudine è incondizionata?

Riflettevo in questi giorni su quanto l’aspettativa sia diventata una nostra abitudine ormai talmente consolidata da non accorgerci di praticarla.


Ci aspettiamo che gli altri ci capiscano; che ci ascoltino; che rispondano,  possibilmente con un Sì, a una nostra proposta.
Ci attendiamo gratitudine là dove la portiamo; di essere presi in considerazione e valorizzati a priori.
Ci aspettiamo…


Non ha l’aria della pretesa tutto questo?
Aspettarsi è pretendere. E se le attese vengono meno allora è frustrazione, delusione, rabbia, fastidio e il dito puntato a chiunque fuorché noi.


Ora, non che dobbiamo metterci sulle spalle il peso del mondo ma di certo quando ciò che pretendiamo non arriva forse due domande su di noi dovremmo porcele.
Io uso queste:

  • cosa non ho fatto per far comprendere il valore di ciò che propongo? Cosa posso cambiare?
  • Sono stata abbastanza costante nel propormi?
  • La mia gratitudine è incondizionata o la offro solo se ricevo qualcosa in cambio?
  • Perché il mio valore non emerge? Aspetto che mi notino? Non è meglio farsi notare con il lavoro duro vero?

La pancia sa sempre la risposta, anche quella scomoda.

Io per voi ci sono sempre, mi trovate tra gli articoli di questo splendido blog di professioniste in cui parlo anche di giornalismo costruttivo, su tutti i social possibili e immaginabili perché amo la comunicazione digitale e fa parte del mio lavoro e nel mio author qui sotto potrete seguire i link per collegarci. Vi aspetto!

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