La figlia del guardiano di Jerry Spinelli: recensione
Indice dei contenuti
La Figlia del guardiano di Jerry Spinelli autore anche di “Stargirl”, “La Schiappa”, “Una Casa per Jeffrey Magee”, è un libro che cattura i giovani e non più giovani lettori dalle prime righe dell’incipit, catapultandoli all’interno di una storia che non ha nulla di banale.
È un racconto profondo ma allo stesso tempo divertente, in cui lo scrittore tocca quelle sfere emotive non sempre facili da affrontare come la morte, il suicidio, la solitudine, la mancanza di affetti e il riscatto.
Con lo stile delicato e pimpante tipico della sua scrittura, Spinelli ci mostra come l’unico modo per andare avanti nella propria vita sia quello di affrontare i propri problemi e le proprie paure.
Trama di “La figlia del guardiano” di Jerry Spinelli
La storia si svolge nell’estate del 1959 in Pennsylvania, USA.
La protagonista è Camille O’Reilly una ragazzina orfana di madre da quando era ancora in fasce.
In quell’estate del suo tredicesimo compleanno, Tornado Cammie, come viene soprannominata, sente fortemente il bisogno di avere una madre.
La rabbia e la tristezza che riempiono i suoi vuoti affettivi esplodono, innescati ed amplificati dal suo essere in piena adolescenza.
Nulla in Cammie è convenzionale. Per nulla attratta dalle passioni delle ragazze della sua età, come l’amica Reggie, ama giocare a baseball e vagabondare in bicicletta nelle strade della contea di Two Mills.
Mentre Reggie, interessata a trucchi e moda vuole diventare famosa, Cammie stanca di essere orfana, vuole trovare una madre che la sgridi e che faccia il tifo per lei.
Tornado Cammie, è stata cresciuta da un padre meraviglioso ma introverso con il quale fatica a comunicare. Vivono in un appartamento all’interno del penitenziario locale, di cui il signor O’Reilly è il direttore.
La nostra recensione
Oggi vi propongo una lettura che sa di America autentica di pannocchie abbrustolite, torte di mele e latte in bottiglie di vetro consegnate porta a porta. Di canzoni di Elvis Presley passate alla radio e di programmi televisivi per adolescenti urlanti. Di partite di baseball e corse in bicicletta su sentieri polverosi.
E’ la storia di Camille O′Reilly, detta Cammie Tornado, una dodicenne piena di energia ma con un grande vuoto: quello lasciato dalla mamma, morta per un incidente quando lei era neonata.
Cammie è stufa marcia di essere orfana e vuole una madre a tutti i costi: qualcuno che faccia il tifo per lei sugli spalti dello stadio, che si preoccupi per lei, qualcuno che la sgridi e la metta perfino in punizione quando si comporta male.
Ma dove trovarla, una madre? Facile: tra le trenta detenute del carcere in cui vive! Perché lei è la figlia del guardiano e, come dice suo padre, “la prigione è il regno delle seconde possibilità!”
La prigione è gestita in modo innovativo e lungimirante, perché il padre di Cammie è convinto che la detenzione sia il regno delle seconde possibilità e che debba servire a riabilitare tutte le persone che hanno sbagliato.
Per questo, oltre a garantire ai detenuti delle condizioni umane, il padre organizza per loro dei laboratori e spazi appositi dedicati al lavoro artigianale, agli hobby ed al relax.
Cammie è cresciuta a contatto con i detenuti della prigione, gustando ogni settimana le torte di Carl, il pasticcere detenuto per rapina a mano armata e con Elode, detenuta modello impiegata come governante dell’appartamento in cui vive con il padre.
Piena di rabbia e di tristezza, perché vuole a tutti i costi una madre, pensa di cercarla proprio nel gruppo delle trenta galeotte del penitenziario.
Il primo problema che si presenta è: con quale criterio scegliere chi dovrà essere sua mamma?
Nessun prodotto trovato.
Basterà una frase, un ordine secco che le viene rivolto, per farle comprendere chi eleggere al ruolo di madre.
Inizierà così la sua opera di convincimento, che incontra non poche difficoltà.
Durante i due mesi estivi nei quali Cammie cercherà di convincere la prescelta si scateneranno una serie di eventi di ogni genere che la metteranno di fronte a prove importanti fino a farle accettare la realtà e a farle fare pace con se stessa e con il mondo che la circonda.