La rabbia ti fa bella di Soraya Chemaly: recensione
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La rabbia ti fa bella è un libro che esorta tutte le donne a sfoderare la loro rabbia come forza generatrice di cambiamento in una società bisognosa di una nuova forma di democrazia.
Le donne, sottopagate, riconosciute a quote rosa, giudicate per l’aspetto, per il carattere e per la disponibilità hanno tutto il diritto a manifestare la propria rabbia, nonostante siano state educate da sempre a non farlo. Questo sentimento, deprecato dalla società è uno dei pochi strumenti che abbiamo contro l’ingiustizia sociale ed è un fattore sicuro di cambiamento.
La critica sociale e culturale verso le nostre manifestazioni di rabbia non sono altro che un sagace modo di controllarci e frenare il potere delle donne. La scrittrice sostiene che liberare la rabbia non è semplicemente liberatorio e salutare, ma può connettere l’universo femminile che così non sarà più interessato a compiacere a tutti i costi.
Trama del libro “La rabbia ti fa bella” di Soraya Chemaly
Nel libro “La rabbia ti fa bella”, la scrittrice ci racconta tutti i validi motivi per cui le donne hanno il dovere morale di manifestare la loro rabbia.
Le sue motivazioni vengono documentate con tesi e dati scientifici che nulla hanno a che fare con le fasi ormonali delle donne ma sono invece collegate a secoli di oppressione sociale subita dal genere femminile.
Nel libro di Soraya Chemaly, la rabbia diventa uno sfogo salutare ma soprattutto una lotta di genere, contro tutti gli stereotipi e i giudizi che classificano le donne sempre “troppo”: magre o grasse, sensibili o ciniche, troppo materne o troppo poco, puttane o puritane.
Nonostante generazioni di donne siano state educate a non esternare la propria rabbia, nonostante molte donne a causa della loro capacità di manifestarla siano state internate come malate di mente, proclamare questa rabbia è l’unico strumento “letale” che abbiamo contro una società che ci fa sentire in colpa per ciò che siamo.
Soraya Chemaly è una attivista americana attenta a tematiche politiche, religiose e culturali e promuove la libertà di espressione e l’impegno civile e politico delle donne. In questo manifesto per il genere femminile del XXI secolo spiega come manifestare la rabbia possa essere un importante cambiamento sociale e personale.
Se le donne si uniranno, potranno scardinare il sessismo a favore della creazione di una società realmente democratica.
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La nostra recensione
Sulla pagina del Lunario della Dea, ho trovato citato questo libro di Soraya Chemaly.
Mi sono sentita molto incuriosita dall’argomento e mi sono documentata. Subito ho pensato: “sarà interessante leggere la rabbia?”. Tutto ciò che ho letto in merito sul libro mi portano a rispondere di sì. Questa mia quindi non è una vera e propria recensione ma è un: voglio leggerlo perché.
Vi riporto delle parti di racconto tratte dal libro e vi devo dire che sono bastate questo per convincermi.
“Chiudete gli occhi e immaginate di aver appena litigato con qualcuno. Siete deluse, amareggiate e avete una voglia enorme di urlare e spaccare tutto ciò che vi capita a tiro. L’unica cosa che riuscite a fare, però, è scoppiare a piangere. Ma come è possibile, vi chiedete, io vorrei sputare fuoco e invece sono qui a frignare!
Riaprite gli occhi: quella che avete appena visto era rabbia, un’emozione causata dall’irritazione che molte donne traducono inconsciamente in manifestazioni più accettabili (il pianto) perché temono il giudizio sociale (sei pazza, isterica, esagerata).
“È una reazione razionale e anche emotiva alle prevaricazioni, alle violazioni e al disordine morale. Fa da ponte tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere. La rabbia ci avverte in modo viscerale delle violenze, delle minacce, degli oltraggi.
“Mia madre era una brava ragazza, che è diventata una brava moglie, che poi è diventata una brava madre. Da lei ci si aspettava che non andasse mai in collera, né che avanzasse delle pretese. Mentre ci leggeva un libro, ci preparava da mangiare, ci abbracciava, giocava con noi e si prendeva cura di mio padre alla fine delle sue lunghe giornate, mia madre impiegava enormi quantità della sua sconfinata energia per mantenersi calma, gradevole e servizievole.”
Vale la pena per le madri e le nonne che ci hanno preceduto.
A loro che non sapevano, non potevano, dobbiamo tutta la nostra rabbia.