Tipi di relazione amorosa
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Ogni relazione ha il suo perché, che la rende unica e simile ad altre nel contempo. Ecco perché si possono identificare alcuni tipi di relazione amorosa.
Il perché speciale è dato dalle due persone che la costituiscono; la similitudine è data dal modo di porsi nella relazione. Cioè da come ogni individuo si percepisce nella relazione e da come percepisce l’altro, creandosi aspettative precise, in genere inconsapevoli.
Osservando queste aspettative, si possono individuare i tipi di relazione amorosa.
Vivere una relazione appagante, o una relazione violenta, o una relazione che sa di poco, con tutte le sfaccettature intrinseche, non è una questione di caso. È una questione di come ci si pone in una relazione amorosa: e questo porsi non appartiene al destino regalato da chissà chi, dipende dalla storia vissuta e dal fatto di esserne o meno coscienti, per decidere chi si vuole essere.
Immagino di sentire i vostri mormorii mentre leggete quest’ultima affermazione: seguendo questo pensiero, sembra che il romanticismo venga bandito dalla relazione di coppia. Si tratta solo del romanticismo insignificante; quello profondo, rimane fisso, nell’ascolto dell’altro, nella curiosità di capirlo e nello stupore del suo essere di persona, completa, anche con le parti che fanno faticare.
Questi sono le tipologie di relazione di coppia all’interno delle quali si possono trovare mille modi di viverle:
- dipendente;
- matura;
- di negoziazione;
- di convenienza.
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Relazione Dipendente
In questo tipo di relazione affettiva, la sensazione di dipendere dall’altro, naturale alla fase dell’attrazione e dell’innamoramento, diventa una costante. Di conseguenza, sentirsi dipendenti non è un modo di essere affascinati dall’altra persona, ma un modo di vivere la coppia, che diventa una relazione dipendente.
Ci si trova in uno stato di dipendenza affettiva quando la relazione diventa l’unico modo in cui una persona si vede. Investendo all’interno della relazione ogni energia, ogni pensiero, come se fosse la propria persona. Non c’è più un limite fra sé e se stessa nel rapporto: una persona si definisce esclusivamente all’interno della relazione amorosa; nel tentativo, inconsapevole, di evitare la fine della relazione, di sentirsi, o di essere, abbandonata.
In pratica, si dipende dalla presenza della relazione amorosa per sentirsi vivi, accettati, valutati; come se non ci si percepisse un individuo autonomo che poi, sceglie di essere in coppia.
L’essere dipendenti da, in genere non è vissuto soltanto nei confronti della persona amata; è un modo di porsi nella relazione, come dicevo, che trova il suo apice nella coppia a causa delle caratteristiche della relazione amorosa.
Il tipo di relazione dipendente è stato paragonato alla dipendenza da sostanze; nei casi estremi una vera e propria tossicodipendenza, con manifestazioni simili, evidenziate dalle ricerche di neuroimaging – visualizzazioni dell’attività cerebrale mentre accade -.
In pratica, quali sono i segnali che evidenziano una problematica di questo tipo?
- il/a partner è il centro dell’esistenza;
- ritiro dalle relazioni esterne;
- energia centrata sulla relazione;
- sentirsi definiti come persone dall’andamento della relazione;
- ogni cosa fa capo al rapporto d’amore.
Guardando questo semplice elenco balza subito all’occhio che in questo tipo di relazione amorosa, c’è uno sbilanciamento fra i partners: una persona nutre costantemente la coppia, a scapito del proprio nutrimento, mentre l’altra persona si lascia nutrire, o spesso percepisce il nutrimento portato dal/la partner come dovuto, come unico modo di vivere il rapporto di coppia.
C’è un/a partner che dà, tutto, e c’è un/a partner che riceve soltanto: da questo squilibrio si può costruire una relazione di co-dipendenza o abusante, in vari modi e a vari livelli.
Nelle relazioni co-dipendenti, la persona annulla se stessa nel tentativo di soddisfare i bisogni di un/a partner dipendente da sostanze o da una specifica attività, rappresentata spesso dal lavoro, o che non riesce a controllare i propri impulsi, ad esempio la rabbia. Nella speranza che la persona cambi, grazie all’amore dato.
Le relazioni abusanti si caratterizzano per la violenza psicologica, spesso accompagnata dalla violenza fisica, ma non sempre e non necessariamente. Purtroppo ne conosciamo gli effetti devastanti dalle notizie di cronaca.
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Relazione matura
Fra i tipi di relazione amorosa, la relazione matura spicca bellezza e armonia. Soprattutto, per leggerezza e semplicità.
Ovunque nei libri o nei film, o nei racconti di amici/he, le relazioni amorose sono complesse, fanno stare male, e soffrire. Se poi leggiamo poesie, siamo fritti. È tutto un sospirare e uno sdilinquirsi per l’amato/a, non sempre e non per tutte le poesie, grazie al cielo!
Si è così portati a pensare che le tribolazioni appartengano alle relazioni di coppia: non è così. Capisci di essere in una relazione matura quando essere con la persona cara è semplice, anche nelle discussioni.
Ed è proprio la leggerezza il tratto distintivo di una relazione appagante: non è necessario combattere e non si vive neppure sulle montagne russe emotive. Eppure, per molte persone questo modo di vivere una relazione appare noioso, in qualche modo non corrisponde all’idea dell’amore che si sono fatte.
Una relazione matura, o sana come preferisco definirla, non è tutta miele fuori e dolore dentro; non è neppure guerra continua e fatica.
Ma allora quali sono le caratteristiche di una relazione sana?
- rispetto e confini chiari;
- compromessi zero;
- alza il livello di benessere;
- complicità e non reclusione sociale;
- assenza di controllo sul/la partner;
- desiderio di stare insieme sciegliendosi.
Una relazione matura è fondata sulla maturità individuale delle persone che la compongono. E qui casca l’asino, poveraccio.
Il presupposto unico e imprescindibile per costruire una relazione amorosa sana, riguarda le aspettative dei partners: se si pensa che la coppia risolverà i problemi personali, si è già sulla strada di una relazione che non funzionerà.
Un po’ come le coppie che sono in bilico e pensano che un/a figlio/a potrà renderli più uniti. Sapete bene che è proprio l’opposto: la nascita, o l’adozione di un bimbo farà attraversare alla coppia un campo minato; è una sfida non è un collante. Manco fosse l’Attak.
Si ritorna al punto di partenza: affidare alla coppia la soluzione di nodi individuali irrisolti, significa dare all’altro/a la responsabilità della felicità personale. Ed è questo il primo ingrediente della ricetta di una relazione sana:
- stare bene con se stessi/e;
- avere una vita soddisfacente;
- consapevolezza dei propri bisogni nella relazione amorosa;
- comunicare in modo chiaro, autentico;
- autonomia emotiva.
Onestà, fiducia, rispetto, reciprocità, cura della relazione e dell’altro/a, comunicazione chiara e consapevolezza delle proprie necessità nella relazione amorosa sono gli ingredienti della ricetta della relazione matura fra i tipi di relazioni amorosa.
Relazione di negoziazione
Quando si parla di negoziazione sembra che si sia in un contesto di affari o di politica. Di frequente si tratta invece di un modo di porsi in una relazione di coppia: la relazione di negoziazione.
Nonostante la parola negoziazione sia inerente allo scambio commerciale, questo tipo di relazione amorosa é contraddistinto dalle discussioni e dai compromessi delle persone che la compongono. Una relazione in cui la contrattazione diventa lo spazio condiviso dei/le due.
In genere si tratta di due persone indipendenti: coltivano i loro interessi personali al di fuori della coppia, fanno vacanze separate, hanno una vita individuale molto piena. Allo stesso tempo stanno nella coppia, vissuta in modo apparentemente sereno.
In questo tipo di relazione amorosa, la priorità non è costituita dalla relazione stessa, bensì dal benessere individuale dei/le due componenti, che rappresenta di fatto il motivo della negoziazione, appunto.
Negoziare significa fare delle trattative, attraverso delle riflessioni sul motivo della contrattazione, per giungere ad un accordo proficuo per entrambe le parti in causa.
Nel caso di una coppia, data l’importanza delle individualità, la negoziazione riguarda tutte quelle situazioni che accadono nella vita per cui occorre fare una scelta. Scelta che non viene fatta in funzione del benessere della relazione bensì del benessere dell’altro/a, come persona.
Mentre scrivo, mi viene in mente il suk, il mercato orientale, per cui le trattative, accompagnate da un dolcissimo té alla menta, sono una consuetudine culturale; anzi, di più, un piacere condiviso in quelle culture, per cui l’acquisto di un prodotto banale può protrarsi per ore, chiacchierando piacevolmente.
Ecco, la contrattazione in questa coppia funziona allo stesso modo, e non soltanto se accadono eventi che rendono necessaria una discussione e una riflessione a causa dell’impatto possibile sulle vite di ognuno, o dei loro cari, ma per la vita quotidiana condivisa, sia che convivano o meno.
È una costante ricerca dell’equilibrio fra le necessità individuali.
Potrebbe all’apparenza sembrare una relazione matura, se non fosse per l’accento sul solo benessere personale dei componenti. Occorre anche osservare se fra i/le due ci sia una bilancia riguardo ai bisogni da soddisfare o se si instauri uno sbilanciamento verso un/a componente piuttosto che l’altro/a in modo così evidente da far diventare la negoziazione un potere da parte dell’uno/a sull’altro/a.
Relazione di convenienza
Pur non essendo lampante, una relazione di convenienza è molto diffusa fra i tipi di relazione amorosa. Ed è assai probabile che mentre leggete vi vengano in mente delle coppie alle quali pensare.
In realtà, il matrimonio stesso, come relazione fondante della società, è una relazione di convenienza: conveniva all’uomo perché così aveva una donna che lo accudiva, spesso una colf e conveniva alla donna perché senza un uomo non aveva diritti. Certo, non è più così, almeno nelle società occidentali, non in tutte e non in tutte allo stesso modo.
Per essere precisa, lo è ancora, perlomeno in Italia, perché le coppie di fatto, o la convivenza non hanno lo stesso riconoscimento legale.
In passato, i matrimoni erano combinati dalle famiglie d’origine proprio in base alla convenienza rappresentata dalla persona da far convolare a nozze. Lo ricordo affinché non sia subito seguita da una smorfia di disgusto, come se il termine convenienza avesse solo significati di tipo negativo. A seconda di come la si vive e la si propone, fare qualcosa che convenga alle persone coinvolte non ha sempre e soltanto un’accezione di opportunismo, significato con cui è scambiata il più delle volte.
Controllando sul dizionario, la parola convenienza ha un significato di: adatto, utile, vantaggioso, ed anche viene definito come “Al plur., l’insieme delle norme che regolano i rapporti esteriori fra le persone nella società o in particolari ambienti” – Dizionario Treccani online -. Perciò, ci siamo, siamo sul pezzo di ciò che si riflette poi nella relazione amorosa.
La convenienza è intesa come atteggiamento adatto, utile, e per molti versi essere in coppia è vantaggioso dal punto di vista sociale o dal punto di vista personale. Tornando al paragrafo sulla relazione matura nel quale ho elencato come ingrediente fondamentale la maturità emotiva personale, è chiaro che in questo tipo di relazione amorosa, la convenienza è la conseguenza di un’immaturità, della ricerca di autostima e sicurezza personale attraverso il legame di coppia esibito. Quindi, conveniente rispetto alle norme sociali.
Essere in coppia perché si fa così, o perché l’ambiente in cui si vive lo richiede. Se siete single, sapete bene quante volte vi è stato chiesto come mai non aveste una relazione stabile, rigorosamente eterosessuale, purtroppo.
In queste relazioni, ciò che spinge a unirsi è un bisogno profondo, la maggior parte delle volte del tutto inconsapevole, ma non sempre. Come in passato, tuttora funziona l’interesse economico, di status sociale, in particolare in ambienti specifici.
Quali sono i bisogni nascosti che si esprimono in questi tipi di relazioni amorose?
- autostima: essere in coppia rassicura sul proprio valore;
- sottomissione alle regole sociali del proprio ambiente;
- paura della responsabilità personale;
- timore dei propri desideri sessuali;
- paura del giudizio altrui;
- difficoltosa relazione con se stessi/e;
- fuga dalla famiglia/ambiente d’origine.
È una relazione basata sull’utilità, e può essere comunque una buona relazione se fra i/le due c’è rispetto e consapevolezza, anche affetto.
Diventa una relazione che fa sentire in gabbia quando il bisogno che ha spinto a unirsi, per vari motivi, non è più soddisfatto o la persona nel frattempo si è rafforzata e sente la voglia di una relazione più coinvolgente, più profonda.
In qualsiasi insieme di relazione descritto vi possiate ritrovare in questo momento, è importante capire dove si è e avere chiaro dove si vuole o non si vuole andare.