Cosa vedere a Venezia
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Esiste un luogo dove è possibile camminare sull’acqua? La mia risposta è sì. Si chiama Venezia. Scopriamo insieme cosa vedere in questa misteriosa e affascinante città veneta costruita sull’acqua, una perla racchiusa dalla laguna. Venezia diffonde bellezza in ogni scorcio: canali, ponti, salizzade, calli, campi, “sottoporteghi” (sottoportici) e fondamenta creano un labirinto dove perdersi è un piacere. Proverò a spiegarti cosa vedere a Venezia e ti darò una piccola idea della meraviglia che potresti aver voglia di ammirare, vivere o rivisitare.
Sono di parte, per me Venezia non è una semplice città ma un luogo che ha rapito il mio cuore fin da bambina, da Veneta era l’occasione per la gita fuori porta. Il treno scandiva tutte le fermate e io fremevo dall’impazienza, conoscevo le soste e le contavo fino all’arrivo quando la laguna, le briccole e i gabbiani facevano capolino e segnavano l’ingresso a un mondo magico regolato dalle maree e poi… I passi, i saliscendi sui ponti, il Canal Grande, Ghetto Nuovo e Ghetto Vecchio, il Ponte di Rialto, Piazza San Marco, l’Arsenale, il Gugghenheim, le vere da pozzo, il mercato del pesce, i profumi, i bacari, le maschere, gli oggetti in vetro soffiato e i Veneziani. Eh sì, i veneziani sono gente meravigliosa, a volte un po’ insofferenti tanto da sembrare quasi burberi tuttavia se li prendi nel verso giusto sono persone che si fermano a dare indicazioni, in alcuni casi zelanti al punto da accompagnarti.
Il centro storico di Venezia è diviso in sestieri, sei zone con numeri civici progressivi sviluppato in un percorso circolare, in cui spesso l’ultimo numero si trova accanto al primo. Il numero finale è sempre indicato nel “nisioeto” (lenzuolo), un rettangolo bianco di calce posto in alto sui muri degli edifici, occhio alle indicazioni.
I sestieri sono:
- Castello è il più grande e l’area più verde della città. Comprende l’isola di Sant’Elena e la Riva degli Schiavoni, una delle fondamenta (strade che costeggiano canali o rii) più larghe della città. In quest’area ci sono la Chiesa di Santa Maria Formosa, la Chiesa di San Zaccaria, l’Arsenale, il canale di San Pietro.
- Cannaregio si trova a nord di Venezia e percorre il Canal Grande, popolare per la Chiesa degli Scalzi, il Ghetto, la Chiesa della Madonna dell’Orto, il ponte delle Guglie, la casa del Tintoretto, il Casinò e molti palazzi importanti.
- San Marco è il più antico e turistico, racchiude l’unica piazza di Venezia, la Basilica di San Marco con il Campanile, la Torre dell’Orologio, il Palazzo Ducale, la Libreria Sansoviniana, il Palazzo della Zecca, il Palazzo delle Procuratie vecchie, il Ponte dei Sospiri, i Giardini Reali, Scala Contarini del Bovolo.
- Dorsoduro si trova a sud-est della città e include l’isola della Giudecca. Si trova in una zona rialzata rispetto agli altri sestieri, qui puoi vedere la chiesa di Santa Maria della Salute, il Museo Peggy Guggenheim, la Punta della Dogana, i Magazzini del Sale, lo Squero di San Trovaso, le Gallerie dell’Accademia, il Ponte dell’Accademia.
- San Polo è il più piccolo, nasce intorno al Ponte di Rialto e comprende il mercato di Rialto, il Palazzo dei Camerlenghi. Le zone vicine sono divise in categorie merceologiche e mestieri: la Casaria, l’Erbaria, la Pescaria, la Ruga degli Spezieri, la Riva del Carbon, la Riva del Ferro, Calle dei Fabbri, Calle degli Avvocati e così via.
- Santa Croce è l’unico accessibile alle auto (solo in una piccola zona) e quello che unisce Venezia alla terraferma con il Ponte della Libertà. Ha calli strette e pochi campi (piazze).
Arrivati fin qui ti chiederai: “Allora cosa posso vedere a Venezia?”
Come forse avrai capito la mia risposta potrebbe essere tutto ma iniziamo a esplorare i luoghi più belli e caratteristici della città.
Piazza San Marco
Napoleone Bonaparte la definiva “Il salotto d’Europa”, è uno dei posti più suggestivi dove architettura e laguna si completano. È la zona più bassa di Venezia e la prima a essere bagnata dall’acqua alta che crea un’atmosfera magica nonostante i disagi.
Quest’area è molto turistica, per evitare la folla ti consiglio di visitarla al mattino presto oppure la sera quando il flusso dei viaggiatori diminuisce. Puoi arrivarci a piedi dalla stazione Santa Lucia (sono circa 40 minuti) o via mare in vaporetto scendendo all’imbarcadero (la banchina dei vaporetti) S. Marco Vallaresso o S. Marco-S. Zaccaria oppure potresti decidere di andarci con il taxi acqueo (in questo caso il costo aumenta).
La piazza attuale è lunga 170 metri e ha una forma trapezoidale, è il frutto di molteplici interventi susseguiti fino all’Ottocento. Le Procuratie (edifici che ospitavano i procuratori di San Marco, carica sottostante il Doge) circondano e delimitano la piazza su tre lati: le Procuratie Vecchie si trovano a nord, l’Ala Napoleonica a ovest e le Procuratie Nuove a sud, a est ci sono la Basilica di San Marco e il Campanile.
Dalla Basilica verso il mare troviamo Piazzetta San Marco, due colonne in marmo e granito si ergono a ospitare San Marco (vicino al Palazzo Ducale) e San Todaro (adiacente alla Zecca). San Marco è rappresentato da un leone alato (come vuole la simbologia cristiana) che tiene un libro aperto sotto la zampa destra (dove c’è scritto: Pax Tibi Marce Evangelista Meus), le zampe anteriori poggiate sulla terra mentre le posteriori sul mare per sottolineare il potere della Serenissima.
San Todaro è raffigurato come un guerriero bizantino intento a uccidere il drago (che rappresenta il male).
La Piazzetta dei Leocini fa sempre parte di Piazza San Marco e si trova tra la Basilica, il Palazzo Patriarcale (i patriarchi erano gli Arcivescovi di Venezia, Gerusalemme, Lisbona e delle Indie Orientali) e la chiesa di San Basso. Veniva chiamata in origine Piazza delle Erbe e ospitava uno dei mercati ortofrutticoli. Nasce nell’anno 828 e viene modificata più volte. Per poterla attraversare dovrai salire due scalini, al centro troverai un pozzo (unico nella zona marciana) che raccoglieva l’acqua potabile, utile anche per irrigare.
Sai perché è rialzata? Per evitare che l’alta marea del Bacino provocasse esondazioni compromettendo l’acqua potabile raccolta.
Nel 1722 l’architetto Andrea Tirali ridisegnò la piazzetta, sistemò il pozzo al centro e lo arricchì di una vera e una fontanella in marmo. Lo scultore Giovanni Bonazza creò le due sculture dei leoni seduti in marmo rosso di Cottanello che dovevano “sorvegliare” l’ingresso della curia patriarcale. Da allora sarà chiamata Piazzetta dei Leoncini e nel 1966 dedicata a Papa Giovanni XXIII. È qui che spesso si incontrano i veneziani.
Adesso che abbiamo capito come è fatta Piazza San Marco possiamo concentrarci sui patrimoni che custodisce.
La Basilica di San Marco
È chiamata anche la Cattedrale d’oro per i meravigliosi mosaici d’oro che adornano cupole, navate e pavimenti.
La prima basilica nasce nel’828 proprio per custodire le reliquie di San Marco. Quattro anni più tardi una nuova cappella dogale prenderà il suo posto ma nel 976 un incendio la distruggerà. Viene ricostruita dopo due anni e solo dal 1063 inizierà a prendere le fattezze dell’attuale basilica. Nel 1231 un altro incendio la danneggia ma viene restaurata subito. Gli altari della Vergine Nicopeia e dell’Altissimo Sacramento vengono costruiti nel 1617, la Basilica è completa. Nel 1807 diventa cattedrale di Venezia e la chiesa principale della città.
Molti dei materiali utilizzati per costruire questo maestoso edificio provengono da Bisanzio tuttavia la Basilica di San Marco racchiude stili diversi: bizantino, gotico e cinquecentesco.
Un profondo respiro e… Ci addentriamo in quest’opera sbalorditiva.
Possiamo osservare la facciata articolata su due piani e cinque volte. Nel piano inferiore archi, colonne, rilievi formano un gioco continuo di luci e ombre. Nella prima arcata da sinistra possiamo ammirare il mosaico più antico: la Traslazione del corpo di San Marco.
Nel piano superiore ci sono le copie della quadriga di S. Marco, i quattro cavalli mandati dal doge Dandolo da Costantinopoli a Venezia. Gli originali sono custoditi nel Museo di San Marco all’interno della basilica. Sopra di loro svetta il dorato Leone Marciano con il libro aperto tra le zampe (simbolo della sovranità di Venezia).
Sulla lunetta della porta principale (che guarda Piazzetta San Marco) possiamo lasciarci rapire dal Giudizio Universale.
Varchiamo la soglia ed ecco il nartece, l’atrio crea effetti di luci soffuse all’interno della chiesa. Guardando in basso, almeno per un momento, ci accorgiamo di calpestare una grande opera in marmo che disegna motivi geometrici, intrecci, animali, ogni raffigurazione ha un significato simbolico.
La pianta è a croce greca, navata e transetto si incrociano formando quattro bracci di uguale lunghezza (in realtà quasi uguale). Dall’abside si ergono la cupola centrale e altre quattro cupole (una per ogni campata). Colonne e pilastri frazionano ogni braccio in tre navate, sopra quelle laterali corre il loggiato.
Le pareti nelle parti superiori sono decorate con magnifici mosaici costruiti per glorificare la religione cristiana e l’apostolo San Marco. Nella cupola centrale è raffigurata l’Ascensione, in quella a sinistra ci sono scene della vita di San Giovanni, quella di destra invece ricorda San Leonardo e il Santissimo Sacramento. La calotta vicina al portone principale è chiamata anche cupola della Pentecoste e ricorda la predicazione degli apostoli e la Passione. Nella cupola del presbiterio (parte riservata al clero) i mosaici raffigurano Cristo e i profeti, i più antichi sono quelli dei Santi Nicola, Pietro, Marco, Ermagora realizzati prima del 1105.
Il presbiterio è rialzato e separato dal resto della chiesta da un’iconostasi, struttura in stile gotico in marmo tipicamente bizantina che sostiene alcune icone. Le icone qui diventano statue, la costruzione è composta da una transenna, otto colonne e quindici sculture che rappresentano i dodici apostoli, Cristo in croce e Maria piangente. L’opera è firmata da due artisti veneziani: Jacobello e Pierpaolo dalle Masegne e risale al XIV secolo. L’altare maggiore conserva le reliquie di San Marco.
Sopra possiamo scorgere la pala d’Oro, un maestoso pannello in oro, argento, smalti e metalli preziosi che raffigura scene sacre. Un inventario del 1796 ci racconta che qui sono incastonate 1300 perle, 400 granati, 300 zaffiri, 300 smeraldi, 90 ametiste, 75 balasci, 15 rubini, 4 topazi, 2 cammei e oltre 80 smalti.
Ma come mai quest’opera è sfuggita alle grinfie di Napoleone? Sembra che qualche veneziano sia stato molto abile nel fargli credere che la Pala d’Oro fosse un’imitazione.
A destra della cupola Pentecoste troviamo il battistero che accoglie la tomba di Jacopo Sansovino, architetto e scultore proto di San Marco. Nel transetto sinistro ecco la Madonna Nicopeia, un’icona bizantina del secolo IX, racchiusa nell’omonima cappella. L’immagine raffigura Maria, posta frontalmente e seduta su un trono, che tiene in braccio Gesù. Nicopeia significa “portatrice di vittoria” (Nikopoia), i bizantini la portavano in battaglia perché li rendesse vittoriosi. Nei secoli i veneziani iniziarono a considerarla un’opera miracolosa.
Scendendo le scale arriviamo alla cripta (a destra del presbiterio) che ospita la roccia dentro cui furono ritrovate le ossa di S. Marco nel 1811. In fondo, tra la basilica e il Palazzo Ducale c’è il tesoro di San Marco, uno dei più patrimoni d’arte sacra più significativi. Conserva 283 pezzi divisi per origini ed epoche. Qui potrai osservare vasi, coppe, calici, icone e altri oggetti provenienti da Costantinopoli che testimoniano i rapporti tra Venezia e il mondo orientale. All’esterno in corrispondenza del tesoro ecco il monumento dei Tetrarchi, 4 figure scolpite in porfido rosso egiziano. Il significato è incerto, il più plausibile sembrerebbe rappresentare la pace tra gli Augusti e i Cesari (garantendo la successione nell’impero) attraverso l’abbraccio tra le figure anziane e quelle giovani. Per la tradizione veneziana invece queste figure rappresentano i “Mori” pietrificati da San Marco per aver tentato di rubare i tesori della basilica.
E ora se dall’ingresso saliamo al piano superiore possiamo ammirare il Museo di San Marco. La galleria è divisa in tre zone: mosaici e tessili, la quadriga (originale) e l’antico. Nel museo trovano dimora preziose opere d’arte, gli originali quattro cavalli in bronzo dorato, arazzi, tappeti, sete e argenti, frammenti di mosaici, la pala feriale di Paolo Veneziano (una tavola lignea che raffigura storie del santo patrono di Venezia) e altro ancora.
Arrivati qui abbiamo un’unica scelta lodevole (non possiamo mica tornare indietro!): passeggiare nella terrazza, al primo passo abbiamo una vista mozzafiato su Piazza San Marco.
Prima di entrare hai visto anche tu i tre pili rossi davanti alla Basilica? Oggi ospitano tre bandiere (europea, italiana e della Serenissima) ma un tempo raffiguravano i regni conquistati dai Dogi: Cipro, Candia (l’isola di Creta) e Morea (penisola del Peloponneso).
Il Campanile di San Marco
A questo punto avrai già notato quello che i veneziani chiamano “El parón de casa” (il padrone di casa), il suggestivo Campanile di San Marco che svetta davanti al Palazzo Ducale. Con i suoi 99 m di altezza è il quarto campanile più alto d’Italia, pensa che in una giornata soleggiata puoi vederlo anche dalla Pedemontana pordenonese o dalle Colline del Prosecco.
La torre è stata costruita nel IX secolo, fungeva da faro per orientare naviganti e guardiani a terra, eh sì, in origine non era un campanile. Nel XII secolo il Doge Domenico Morosini volle trasformarla in un campanile che imitasse quelli di Aquileia e Forlì, nacque così il primo Campanile di San Marco.
Una saetta lo colpì nel 1489 e ne distrusse la cuspide, ventidue anni dopo un terremoto compromise la torre. Furono necessari lavori di consolidamento e ristrutturazione che diedero forma all’attuale Campanile di San Marco. La torre diventò un parafulmini naturale per l’altezza e la quantità di ferro che la sosteneva, tanto che nel 1745 un fulmine la colpì di nuovo provocando alcune morti e molti danni alla struttura, solo trent’anni dopo sarà installato un parafulmine. Il 14 luglio del 1902 il campanile crollò per cedimenti strutturali, per fortuna non ci furono feriti. “Come era, dove era“, questa è la frase che il sindaco Grimani pronunciò con la posa della prima pietra che segnava la ricostruzione, era il 25 aprile 1903. Lo stesso giorno di nove anni dopo venne inaugurato il nuovo Campanile di San Marco.
Ma come è fatto il campanile?
È una torre “semplice” a una pianta quadrata. Alla base troviamo la Loggetta del Sansovino, una sorta di arco trionfale che accoglieva i nobili in attesa di entrare negli uffici governativi. Fu progettata da Jacopo Sansovino e costruita fra il 1537 e il 1549. Nei secoli fu arricchita e ricostruita dopo il crollo del 1902 usando tutto il materiale originale disponibile. Nella facciata possiamo vedere tre arcate delimitate da otto colonne che formano quattro nicchie, qui sono posizionate le statue in bronzo di Minerva, Mercurio, Apollo e la Pace. Sopra ci sono tre altorilievi che rappresentano la vita di Venezia e dei territori di mare e di terra conquistati. Spostando lo sguardo in alto troviamo la cella campanaria in marmo, un concerto di cinque campane dai nomi curiosi:
- La Marangona o Carpentiera è la campana maggiore, l’unica sopravvissuta al crollo. Si chiama così perché suonava scandendo l’inizio e la fine dell’orario lavorativo dei “marangoni”, i carpentieri dell’Arsenale.
- La Mezzana o Nona segnava e segna ancora il mezzogiorno (una volta era l’ultima possibilità di spedire le lettere da Rialto) e la mezzanotte.
- La Trottiera o Quarantia avvisava i nobili veneziani che i cavalli dovevano trottare, stava per iniziare la riunione del Maggior Consiglio.
- La Pregadi o Mezza terza annunciava la riunione dei pregadi (cittadini del Senato veneziano che si riunivano per le questioni più gravi).
- La Renghiera o Maleficio è la campana minore, suonava prima che il magistrato pronunciasse una sentenza di morte.
Le ultime quattro sono state costruite dopo il crollo del campanile rifondendo le vecchie campane. Le campane suonano tutte insieme solo nelle più grandi festività nazionali e il 25 aprile per festeggiare il patrono San Marco.
Sopra la cella campanaria possiamo vedere un attico con il regale leone di San Marco su due lati e nei due restanti una donna incoronata seduta su un trono leonino simbolo di giustizia e di Venezia stessa. In cima ecco la guglia, quella che i naviganti potevano riconoscere dal mare, da qui svetta il dorato Arcangelo Gabriele che segna ancora la direzione del vento.
Adesso è ora di salire, in 30 secondi un grande ascensore che trasporta piccoli gruppi di persone, ci porterà nell’area panoramica sotto le campane, da qui potremo ammirare Venezia e la laguna in tutto il suo splendore.
Se ti capiterà di visitare Venezia il giovedì grasso potrai vedere il “Volo della Colombina”, dove la madrina del carnevale mascherata si cala con una fune dal campanile alla loggia del Palazzo Ducale.
Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale che vediamo oggi è una magnifica opera artistica che trae ispirazione da stili diversi: bizantino, orientale, rinascimentale, è il frutto di ricostruzioni e ristrutturazioni numerose.
Il Doge Agnello Partecipazio nell’812 decise di spostare la sede dogale e far costruire il primo Palazzo Ducale nell’attuale Piazza San Marco. La zona era sicura grazie alle fortezze erette dal popolo lagunare e strategica perché incrocio di vie marittime e fluviali, accessibile via terra e acqua. Dello stabile originale purtroppo non resta nulla, secondo alcune ricerche archeologiche probabilmente era attorniato dall’acqua, circondato da solide mura e vi si accedeva attraverso un ponte levatoio. Alla fine del 1100 l’architetto Nicolò Barattiero a servizio del Doge Sebastiano Ziani diede la prima impronta bizantina al palazzo. Tra il 1300 e il 1500 ci furono le più importanti ristrutturazioni. Diventò anche sede delle magistrature veneziane.
Dal 1996 l’edificio ospita parte dei Musei Civici.
Il Palazzo Ducale si presenta come una costruzione a “u” formata da tre aree:
- L’ala che si affaccia alla laguna è la più antica e comprende la Sala del Maggior Consiglio.
- L’ala che guarda la Piazzetta fu costruita dopo il 1424 inizialmente ospitava alcune opere importanti poi fu riservata agli scrutini, all’interno infatti troviamo la Sala dello scrutinio.
- L’ala rinascimentale è la più recente, si affaccia a Rio di Palazzo che segna il confine tra i sestieri San Marco e Castello, qui c’erano la dimora del doge e alcuni uffici governativi.
Il Ponte dei Sospiri collega il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove, fu costruito per portare i detenuti dalle prigioni agli uffici dei magistrati (gli Inquisitori di Stato) in attesa di giudizio. Si chiama così perché sembra i carcerati della Serenissima sospirassero mentre lo attraversavano, sapevano che avrebbero visto il mondo esterno forse per l’ultima volta.
Oggi accediamo al palazzo dalla Porta del Frumento difronte al bacino San Marco ma una volta l’entrata principale era la Porta della Carta (collegamento tra il Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco) davanti alla Piazzetta che conduceva alla Scala dei Giganti. Ha questo nome perché le statue di Marte e Nettuno costruite dal Sansovino sono imponenti e raffigurano la supremazia di Venezia sul mare (per questo Nettuno) e sulla terra (Marte, il dio della guerra). Qui il doge veniva incoronato.
Le facciate che guardano Piazza San Marco e la laguna sono molto raffinate, costruite su due livelli: in quello inferiore scorrono i porticati racchiusi da colonne e archi, in quello superiore ci sono marmi intarsiati bianchi e rosa che racchiudono ampie finestre e un balcone centrale. Nel loggiato ci sono due colonne rosate (la nona e la decima), secondo alcune cronache qui il Doge prendeva parte alle manifestazioni più importanti e proclamava le condanne a morte dei detenuti. La leggenda vuole che il condannato potesse ottenere la grazia in un solo modo: girando attorno all’unica colonna disallineata senza cadere. Racconti popolari narrano che tra le persone giustiziate una donna divenuta fantasma è rimasta a vagare lungo i corridoi per centinaia di anni, chissà se riusciremo a sentire ancora la sua presenza. Nei pilastri laterali dell’edificio ci sono capitelli che raccontano mestieri e scene allegoriche.
Non tutte le aree sono visitabili, alcune zone sono riservate altre si raggiungono con percorsi dedicati.
Entrando dalla Porta del Frumento possiamo vedere i cortili e la parte interna del palazzo. Qui scegliamo cosa fare. Al piano terra visitiamo il Museo dell’Opera dove ci sono numerosi capitelli disposti in sei sale che narrano storie diverse: le crociate, le virtù, la creazione, i pianeti, le costellazioni. Con la Scala dei Censori invece andiamo al piano delle Logge che vale la pena vedere anche solo per il panorama, era proprio nell’ala rinascimentale che si trovavano le varie magistrature. Qui possiamo ammirare la Sala dei Censori, la Sala dell’Avogaria de Comun, la Sala dello Scrigno e la Sala della Milizia da Mar.
Proseguiamo verso la Scala d’Oro, uno dei punti più suggestivi, ricco di stucchi, dorature e dipinti che ci accompagna all’Appartamento del Doge e alle sale di rappresentanza. Possiamo vedere le “bocche di leone” delle specie di cassette postali dove si potevano inserire denunce di crimini o appropriazioni indebite. Andiamo verso le Sale Istituzionali centro della vita politica e amministrativa della Serenissima che riguardano il Maggior Consiglio, il Senato, il Collegio, il Consiglio dei Dieci, la Quarantia.
Atrio quadrato è la prima, rappresentava una sorta di anticamera. Oltre troviamo la Sala delle Quattro Porte chiamata così per le quattro porte ornamentali che contiene. A seguire possiamo ammirare la ricca Sala dell’Anticollegio e la Sala del Collegio che custodiscono splendide tele e affreschi. Proseguendo vediamo la Sala del Senato, quella del Consiglio dei Dieci in entrambe ci sono dipinti mozzafiato e la Sala della Bussola dove ci accoglie una grande bussola in legno.
Oltrepassando il Ponte dei Sospiri ci addentriamo nelle Prigioni Nuove costruite per dare un po’ di spazio in più ai carcerati. Sono forse il primo esemplare di prigione intesa come struttura a sé in Europa. Le quattro sale dell’Armeria contengono collezioni di armi, armature, munizioni, reperti.
Arriviamo ai percorsi speciali che sono due e si visitano a parte: gli Itinerari Segreti dove avevano luogo le questioni più delicate. Qui possiamo vedere i Pozzi che erano spazi di reclusione angoscianti, l’ufficio del Cancellier Grande, l’unico magistrato eletto dal Maggior Consiglio. Ci sono poi la Sala della Cancelleria Segreta, la Stanza della Tortura, la Sala degli Inquisitori e la Sala dei Tre Capi (magistrati del Consiglio dei Dieci scelti ogni mese). L’altro percorso speciale è quello dei Tesori nascosti del Doge che ci porta dalla Loggia Foscara all’Appartamento del Doge per salire alla Chiesetta e all’Antichiesetta.
Quando visitare Venezia e come raggiungerla
Ora vediamo quale potrebbe essere il periodo migliore per visitare questa magnifica città.
Venezia ha il clima temperato tipico della Pianura Padano-Veneta attenuato da mare e laguna. D’inverno le temperature arrivano in media a 5°C, a volte si avvicinano allo zero andando anche al disotto. Potrebbe capitarti di vedere un panorama ancora più suggestivo con la neve che sembra pennellare le superfici (non preoccuparti per i disagi, di solito si scioglie facilmente). L’umidità invernale può provocare nebbie anche fitte e gelate.
La primavera è un periodo un po’ instabile, potresti trovare una giornata assolata e gradevole o un po’ più fredda e umida. D’estate la media è di 28°C, le giornate sono spesso soleggiate, potrebbero essere afose oppure dare spazio a qualche temporale estivo. È difficile raggiungere i 35°C a Venezia. Nei primi mesi autunnali la temperatura è gradevole, ci sono giornate soleggiate e piovose, tra ottobre e dicembre potresti trovarti ad attraversare le passerelle per l’acqua alta (dovuta alla combinazione tra maltempo, vento e maree). I mesi migliori per visitare Venezia dovrebbero essere aprile e maggio in primavera, o settembre e ottobre in autunno. In realtà credo che Venezia sia bella in ogni stagione, vediamo se riesco a spiegarti perché:
- A febbraio arriva il carnevale e Venezia diventa un’altra, abiti e maschere meravigliose popolano la città, un’atmosfera di festa ti accoglie. Potresti trovare dame e carcerati, il Medico della peste e la Colombina, la Bauta e la Moretta e soprattutto vivere le usanze e i costumi di un luogo fuori dal tempo.
- A maggio c’è la Vogalonga, una regata dedicata alla “voga veneta” nata negli anni Settanta come protesta contro le barche a motore considerate pericolose per la città.
- Da giugno a novembre c’è la Biennale Internazionale d’arte, un’esposizione conosciuta in tutto il mondo che omaggia l’arte capace di creare nuove relazioni tra l’uomo e l’universo. È un appuntamento imperdibile per chi ama l’arte ma anche chi non la conosce molto potrebbe trovare nuovi punti di vista.
- A luglio la festa del Redentore accoglie veneziani e turisti per celebrare sacro e profano assieme. Le celebrazioni religiose, i fuochi d’artificio nella “notte famosissima” (così la chiamano i veneziani) e poi tre regate il giorno successivo completano questo magico week end.
- Da fine agosto a settembre la Mostra Internazionale del Cinema anima il Lido attraendo personalità del mondo cinematografico e non da tutto il mondo.
- A settembre la Regata storica mostra un tripudio di imbarcazioni storiche, figuranti e vogatori (i migliori) che si sfidano lungo il Canal Grande.
- A fine ottobre Venezia diventa il campo dei maratoneti di tutto il mondo con la Venice Marathon, 42 chilometri si percorrono tra la Riviera del Brenta e il centro storico di Venezia.
- A dicembre per tre settimane Campo Santo Stefano (e non solo) diventa il Villaggio di Natale qui puoi trovare una buonissima marmellata al radicchio, panettoni, artigianato locale e generi alimentari ma anche decorazioni in vetro e gioielleria.
Ci sono diversi modi per raggiungere Venezia, i principali sono tre: in treno, in aereo, in auto.
In treno
Venezia S. Lucia è l’unica stazione ferroviaria di Venezia, se arrivi in treno sarà una scelta facile. Si trova nel sestiere Cannaregio ed è collegata a Piazzale Roma dal ponte della Costituzione. Un tempo al suo posto c’erano il convento e la chiesa di Santa Lucia per questo si chiama così. Qui arrivano i treni provenienti dalle principali città italiane (Torino, Milano, Brescia, Trieste, Udine, Verona, Ferrara, Bologna, Salerno, Napoli), da linee minori e da alcune città europee (Parigi, Ginevra, Monaco, e Vienna) e lo storico treno Venice Simplon-Orient-Express.
In aereo
Potresti arrivare a Venezia dall’aeroporto Marco Polo di Tessera o dal TrevisoAirport. Se scendi all’aeroporto Marco Polo puoi arrivare a Venezia con la linea 5 ACTV (in 20 minuti circa sarai a Piazzale Roma) o con il Venice Airport Bus Express ATVO .
Dal TrevisoAirport partono gli autobus (con il servizio ATVO Bus Express) per Venezia Piazzale Roma, il viaggio dura un’ora all’incirca.
In auto
Se arrivi in auto puoi percorrere il Ponte della Libertà e fermarti in Piazzale Roma, ci sono diversi parcheggi e autorimesse (sono però a pagamento). Da qui puoi accedere alle linee ACTV per tutte le destinazioni. Puoi arrivare a Venezia anche dall’isola del Tronchetto e muoverti in autobus verso Piazzale Roma o con il servizio ACTV che collega le principali destinazioni.
Potresti anche scegliere di parcheggiare nei pressi del parco San Giuliano a Mestre e muoverti con gli autobus o il traghetto (solo nei mesi estivi) che ti condurranno in città o direttamente a piedi (una passeggiata di 15 minuti all’incirca).
C’è anche l’opzione vaporetto con le linee ACTV da Sottomarina (Chioggia) o da Punta Sabbioni.
Musei e Teatri
Venezia è una città molto ricca di storia, architettura, qui tutto diventa arte intesa come espressione, movimento e cultura. Partiamo all’insegna del nostro viaggio artistico?
Biennale internazionale d’arte
La Biennale è un’esposizione di arti contemporanee che coinvolge arte, architettura, musica, danza, teatro e cinema, è l’espressione dei cambiamenti sociali e promotrice di nuove espressioni artistiche. A me piace pensare sia un grande collettore di menti che si guardano attorno e smuovono chiunque, smontano l’immobilismo. Si svolge ogni due anni, ecco perché Biennale. Nel 1895 nasce la prima Esposizione Internazionale d’Arte a cui seguono la Mostra Internazionale della Musica trentacinque anni dopo e la Mostra d’Arte Cinematografica nel 1932 (la prima al mondo). Il Festival Internazionale del Teatro comincia nel 1934 mentre La Biennale di Architettura nel 1980, l’ultima sarà quella di Danza nel 1999.
Oggi il fulcro dell’esposizione è ai Giardini della Biennale voluti da Napoleone nell’Ottocento, qui ci sono il Padiglione Centrale e ventinove Padiglioni Nazionali di paesi esteri. Anche al Palazzo Cà Giustinian, all’Arsenale, al Casinò e al Lido (dove a settembre prende vita la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica) ci sono alcune aree espositive e sale dedicate alla Biennale.
Peggy Guggenheim
Credo che Peggy Guggenheim sia una delle donne che hanno cambiato il mondo grazie alla sua passione. Lei non si definisce una collezionista ma un museo. A Londra apre la sua prima galleria d’arte, a New York inaugura la galleria-museo Art of this Century e nel 1980 crea la Collezione Peggy Guggenheim al Palazzo Venier dei Leoni a Venezia. Nell’edificio possiamo scoprire la collezione permanente della donna (una delle testimonianze più importanti dell’arte europea e statunitense del ventesimo secolo in Italia) e le mostre temporanee che il palazzo accoglie. Le opere permanenti riguardano le correnti futuriste, cubiste, surrealiste, espressioniste, moderniste, astratte. Il palazzo ospita anche le collezioni di Hannelore B. e Rudolph B., Shulhof, Gianni Mattioli. Il parco del palazzo è diventato spazio espositivo, qui troviamo il Nasher Sculpture Garden, uno dei giardini in cui sono esposte le opere della collezione Nasher.
Museo civico Correr
Il Museo Correr è all’interno di Piazza San Marco, si trova tra l’Ala Napoleonica e le Procuratie Nuove. Teodoro Correr nel 1830 decide di lasciare la notevole collezione privata a Venezia, negli anni le opere diventano più numerose grazie a lasciti e donazioni così nascono i Musei Civici di Venezia. Il museo suggerisce diversi percorsi per farci conoscere l’arte e la storia veneziana. Ci sono le sale Neoclassiche con la collezione di Canova, le sale imperiali del Palazzo Reale con le stanze dedicate alla principessa Sissi (Elisabetta di Baviera). Poi ancora i locali dedicati alla Civiltà veneziana con dipinti, collezioni numismatiche e manufatti suggestivi, ci sono anche i globi (mappamondi) di Coronelli e Livio Sanudo. Possiamo vedere anche la Quadreria, una collezione di circa 140 dipinti disposti in diciannove sale che raccontano la storia lagunare.
Museo Archeologico
Anche lui è all’interno di Piazza San Marco, nasce nel Cinquecento grazie a donazioni dei veneziani ma solo nel 1919 arriverà nelle Procuratie Nuove. Oggi raccoglie moltissime opere: sculture greche, iscrizioni, ritratti e frammenti romani, rilievi, ceramiche, le collezioni Grimani e Contarini, sarcofagi e monumenti funerari, scarabei, amuleti e una collezione numismatica.
Biblioteca nazionale marciana
È la biblioteca più importante di Venezia, custodisce una raccolta notevole di manoscritti latini, greci e orientali. Fu Petrarca a volere questa biblioteca tuttavia non riuscì a realizzarla. Nel 1468 il cardinale Bessarione donò alla Repubblica Veneziana una quantità numerosa di testi (quasi 1500), anche qui seguirono donazioni e arrivarono testi da altre biblioteche cittadine. Nel 1603 diventò la biblioteca istituzionale della Serenissima, da quel momento una copia di ogni libro stampato doveva essere lasciata alla biblioteca per ordine governativo. Oggi ci sono 1.040.064 testi tra cui manoscritti, libri stampati a caratteri mobili, edizioni a stampa del Cinquecento e volumi stampati ma troviamo anche diari, carte geografiche e atlanti.
Fondazione Bevilacqua La Masa e Ca’ Pesaro
La Fondazione Bevilacqua La Masa supporta l’arte contemporanea e i giovani artisti. La duchessa Bevilacqua nel 1898 lascia il palazzo Ca’ Pesaro al comune, a una condizione però: gli artisti dovevano utilizzarlo come laboratorio per sperimentare e presentare le loro opere. Oggi il palazzo ospita la Galleria Internazionale d’Arte moderna e il Museo d’arte orientale. L’organizzazione Bevilacqua La Masa organizza mostre di artisti internazionali, convegni e conferenze, collabora con gallerie italiane e internazionali. Gli artisti si esprimono in ogni forma d’arte anche la lavorazione del vetro. Ci sono attività dedicate a giovani emergenti locali come la Mostra Collettiva Annuale dove la fondazione acquista le rappresentazioni più significative.
Gran Teatro La Fenice
La Fenice è il più importante teatro lirico di Venezia, siamo ancora nel sestiere di San Marco. Si chiama Gran Teatro La Fenice perché come la fenice avrebbe potuto risorgere dalle ceneri (ma questa era un’espressione figurativa per indicare che sarebbe rinata la Società dei palchettisti che l’aveva voluta) e così è stato sia con gli incendi del 1836 e del 1996. Dal 2004 il Concerto di capodanno ha luogo qui. Questo teatro è straordinario, gli interni sono ricchi di stucchi, dorature e arredi riprodotti fedelmente dopo l’ultimo incendio. Visitando La Fenice possiamo scoprire anche gli intrighi e i misteri che hanno animato le stanze o fermarci ad ascoltare un’opera lirica. La stagione è ricca di rappresentazioni e concerti importanti. Da vedere è anche la mostra permanente dedicata a Maria Callas e al suo impegno a Venezia.
Palazzo Grassi
È l’ultimo palazzo nobile edificato sul Canal Grande durante la Serenissima, nasce alla fine del Settecento sempre sul sestiere San Marco grazie alla famiglia Grassi. Oggi ospita mostre d’arte contemporanea e la Collezione François Pinault una delle raccolte d’arte moderna e contemporanea più grandi del mondo. Possiamo vedere sculture, video, dipinti, fotografie di Pop Art, Arte Povera, Minimalismo e Post-minimalismo. Anche questo palazzo sembra avvolto dal mistero di una giovane fantasma che ha protetto più persone ma temo scopriremo l’arcano solo ascoltando i racconti delle guide.
Pinacoteca Manfrediniana
La Pinacoteca Manfrediniana si trova a Dorsoduro nel Palazzo del Seminario Patriarcale, vicino alla Basilica della Salute. Si chiama così perché gran parte delle opere contenute sono state raccolte dal marchese Federico Manfredini che le donò con testamento al Seminario Patriarcale di Venezia. La Pinacoteca è composta da sessantacinque dipinti e sculture del centro Italia e del nord Europa oltre a copie antiche di quadri importanti del Louvre e dell’Ermitage. Visto che ci siamo possiamo anche visitare il Palazzo del Seminario con i saloni affrescati e la biblioteca che conta più di diecimila volumi.
Museo Comunità ebraica
“Per il nazifascismo gli ebrei erano il nemico da eliminare, non c’erano differenze di posizione politica, sociale, o di età… Tutti erano, solo, nemici.” Questa è una delle citazioni che possiamo leggere all’interno del museo.
Le prime testimonianze di persone ebraiche a Venezia risalgono al 932, si stabilirono a Mestre ma nella città marciana scambiavano merci o prestavano denaro. Questa attività era necessaria per i veneziani anche se malvista, tanto che intorno al 1300 questo era permesso solo a Rialto e in piazza San Marco.
Alla fine del secolo furono costretti a indossare un cerchio giallo per distinguersi, anche i medici. Nel XVI secolo il cerchio giallo diventò un drappo rosso. Nel 1516 gli ebrei poterono tornare a Venezia ma furono relegati al Ghetto Nuovo a Cannaregio, il ghetto più antico al mondo. “Ghetto” significa getto, era il nome del luogo dedicato all’antica fonderia che forgiava le bombarde veneziane (i cannoni usati nelle navi). Ogni sera gli incaricati cristiani chiudevano gli accessi al ghetto, solo i dottori potevano uscire per visitare i malati. Nel 1541 la Repubblica veneziana accordò al popolo ebraico proveniente dall’Impero turco anche il Ghetto Vecchio tuttavia questi potevano solo commerciale. Le leggi razziali del 1938 emarginarono gli ebrei sempre di più, nel 1943 diventarono “nemici” del popolo. Furono arrestati e tutti i loro beni requisiti. Molti furono deportati o persero la vita. Oggi nel comune di Venezia ci sono circa 260.000 persone ebraiche.
Il Museo Ebraico nasce nel 1954 nel Ghetto Nuovo grazie alla Comunità Ebraica. All’interno possiamo vedere gli spazi espositivi che raccolgono oggetti rituali, una collezione di contratti matrimoniali e di testi antichi, una sala dedicata agli argenti e una alle stoffe e altre due sale che ospitano le mostre temporanee. Troviamo anche la libreria Alef che contiene oltre quattromila libri.
Nel ghetto ci sono anche cinque sinagoghe, che i veneziani chiamano le “Scole”: la Scola Grande tedesca (èla più antica), la Scola Italiana, la Canton, la Scola Levantina e La Scola Spagnola. Possiamo vederle solo con visite organizzate, facciamo attenzione a scegliere i giorni e gli orari in cui non ci sono funzioni religiose.
Museo Storico Navale della Marina militare
Il Museo Storico Navale nasce all’Arsenale nel 1923 ma quarantuno anni dopo viene trasferito in un edificio vicino, uno dei granai della Repubblica Veneziana. All’interno ci sono quarantadue sale che raccontano la storia della Marina Italiana e veneziana.
Al secondo piano c’è una stanza dedicata al bucintoro, la nave da parata che il doge usava durante le cerimonie come lo Sposalizio del mare (la solenne processione di imbarcazioni che scongiurava un mare favorevole ai veneziani). C’è anche il Padiglione delle Navi dove una volta c’erano la falegnameria e l’officina delle navi a remi. Oggi ci sono imbarcazioni storiche molto importanti.
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Dove mangiare a Venezia
Per me mangiare a Venezia significa godersi i cicchetti nei bacari, i locali dove i veneziani si incontrano verso sera a bere l’aperitivo (se ti piace lo spritz ricorda che l’originale veneziano è con Select) mentre assaggiano i cicheti (dei crostini goduriosi). Per questo ti vorrei consigliare due bacari e un’osteria.
All’Arco
Il bacaro All’Arco è nel sestiere San Polo, si chiama così per il grande arco che lo accompagna. Il locale all’interno è piccolo ma ha qualche tavolino esterno, potresti non trovare posto a sedere.
Vuoi assaggiare dei cicchetti insoliti? Questo è il posto giusto. Un tramezzino con l’anguilla, un crostino con la tracina e il tartufo o un cicchetto con bollito, carciofi e puntarelle, viene l’acquolina anche a te? Questi sono solo alcuni esempi degli sfiziosi accostamenti che Francesco e Matteo Pinto con la loro squadra ci propongono. Il banco è ricco di crostini, tramezzini e paninetti ma avrai sempre sott’occhio i prezzi. Se non ti piace il pesce ci sono anche ottimi cicchetti a base di carne. Qui lo spritz è molto buono e c’è anche una discreta scelta di vini serviti solo da bottiglia.
Cantina Do Mori
Siamo ancora nel sestiere San Polo, a pochi passi dal Ponte di Rialto. La Cantina Do Mori è un bacaro antico, forse il più antico di Venezia, meraviglioso perché conserva la sua autenticità. Nasce nel 1462 come cantina vinicola ma nel Novecento si trasforma in osteria, oggi è un bacaro a gestione familiare guidato dall’oste Sergio. Sembra che ci venisse spesso anche Casanova approfittando dei due ingressi del locale. Ancora oggi le due entrate caratterizzano i veneziani dai turisti: i primi di solito entrano dalla calle Galeazza mentre i secondi dal Ramo dei Do Mori. Belle sono le pentole appese al soffitto, le foto storiche e le damigiane dietro il banco. Qui il bancone lo devi vivere.
Cosa puoi trovare alla Cantina Do Mori? Anche qui ogni sorta di cicchetto: dalle polpettine ai crostini a base di pesce, carne o verdure, dai panini ai francobolli (tramezzini di forma quadrata grandi poco più di un francobollo imbottiti con granchio, gamberetti, uova, prosciutto…). E se volessi qualcosa di più tradizionale ci sono baccalà mantecato e sarde in saor oltre a un’ampia scelta di vini anche della casa o con etichette prestigiose.
Hostaria al Vecio Bragosso
L’osteria si trova a Cannaregio. Il nome è un omaggio al Bragosso o bragozzo, un’imbarcazione da pesca e carico che i pescatori hanno usato fino agli anni trenta del Novecento.
Qui tutto ricorda il mare, dagli ottimi piatti all’ambientazione eppure c’è un posticino anche per la carne. Il pescato del giorno è di casa e viene trasformato in ricette tradizionali e moderne creative. Il locale è accogliente e tutto il personale gentile e alla mano, Carlo e Giuliano in primis. Così mentre assaggi un crudo di scampi e gamberi, le bavette al ragù di pesce o le sarde in saor, puoi anche ammirare le tolele (tavolette votive in legno che i marinai di Chioggia commissionavano agli artigiani). Anche i dolci della casa sono molto interessanti.
Dove dormire a Venezia
Venezia di notte è uno spettacolo, le luci, l’acqua che bagna i ponticelli, i riflessi e il cielo stellato aggiungono un fascino che di giorno non si coglie. Gli altri turisti tornano a casa o si disperdono, adesso puoi godertela con calma, osservare, respirare e far volare il tempo a un passato di naviganti e commercianti. Se vuoi vedere questa Venezia devi forse alloggiare in qualche luogo, te ne propongo tre.
Al Ponte Antico
Il primo posto in cui ti consiglio di andare è un piccolo hotel quattro stelle all’interno di un palazzo cinquecentesco nel sestiere San Polo. Qui puoi respirare tutta la raffinatezza veneziana non solo negli arredi ma anche nelle persone. Ho conosciuto Barbara, titolare dell’hotel assieme al marito, tre anni fa e mi ha colpito subito per l’eleganza composta, la discrezione e la passione ma a quanto pare questo traspare anche dalle recensioni degli ospiti. Al Ponte Antico ti accoglie con un servizio reception 24 ore su 24, potrai fare colazione nella splendida terrazza che si affaccia sul Ponte di Rialto ma anche ammirarlo a tutte le ore perché è sempre aperta per i clienti. Le camere sono arredate con mobili in stile Luigi XV, molto curate e ricche di comfort: dal minibar, alla TV a schermo piatto. Puoi prenotare escursioni, visite guidate, spettacoli, musei chiedendo direttamente al personale.
Cavalletto & Doge Orseolo
Cavalletto & Doge Orseolo è un hotel quattro stelle che si trova nel sestiere San Marco, a pochi passi dall’omonima piazza. Dall’albergo si apre la vista sul bacino Orseolo con l’attracco delle gondole. L’hotel ha 107 camere accoglienti in stile veneziano; la hall è a livello dell’acqua, nell’attesa potrai osservare i gondolieri e ti sembrerà quasi di salire in una gondola. All’interno dell’albergo troverai anche il bar, il ristorante e personale multilingue attento e cordiale. Siamo nel posto più affollato di Venezia con anche l’Hard Rock café vicino e nonostante tutto la sera si sentono pochi rumori ovattati. Pensa che qui hanno alloggiato il Duca d’Aosta, Herman Hesse, Winston Churchill e il compositore Richard Georg Strauss.
Gardena
L’hotel Gardena si trova vicino alla stazione Santa Lucia, nel sestiere Santa Croce. Si affaccia anche lui su un canale: quello dei Tolentini. Da qui puoi arrivare ovunque a piedi, in vaporetto o traghetto ma ti troverai in un luogo tranquillo. L’albergo è stato ristrutturato da pochi anni. Gli arredi integrano lo stile settecentesco e quello contemporaneo, le stanze e i bagni sono curati, accoglienti e sufficientemente spaziosi. C’è una grande attenzione alla pulizia dei locali e alla sicurezza degli ospiti. Nell’hotel c’è un giardino interno dove d’estate si può fare colazione. A proposito di colazione puoi comporre i tuoi piatti dal buffet dolce o salato a seconda dei gusti, ci sono anche prodotti vegani. Sai che alcune pietanze sono a chilometro zero? Puoi anche decidere di desinare in camera.
Ti ho raccontato la parte più conosciuta di Venezia ma questa città è molto altro, luoghi più intimi e nascosti, particolari ricchi di fascino e mistero che sfuggono agli occhi veloci. Se vorrai potrai conoscerli leggendo il prossimo articolo.