Cosa fare al Parco Nazionale delle Cinque Terre
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Immaginate di camminare su sentieri sospesi a picco sul blu del mare che incontra l’orizzonte e l’abbraccio di verdi colline disegnate da muretti a secco e arditi terrazzamenti dove crescono la vite e l’olivo.
Passo dopo passo, i cinque colorati borghi millenari delle Cinque Terre si regaleranno al vostro sguardo interrompendo, solo per un momento, il susseguirsi di crinali, vigneti centenari e la costa frastagliata.
Vi accompagno lungo i sentieri del Parco Nazionale delle Cinque Terre, il più piccolo d’Italia, un sogno Patrimonio UNESCO dove farete il pieno di bellezza e vi riconcilierete con il mondo.
È sempre aperto il Parco?
L’Area del Parco si estende per 3860 ettari e il territorio è visitabile liberamente in qualsiasi orario e giornata dell’anno: non occorre prenotare, non è previsto numero chiuso né i confini sono recintati.
I sentieri sono aperti tutto l’anno (salvo chiusure per interventi di manutenzione, soprattutto nel periodo invernale).
Durante l’inverno l’accesso ai sentieri è gratuito mentre dalla fine di marzo all’inizio di novembre diventano a pagamento i due sentieri “Vernazza – Corniglia” e “Monterosso – Vernazza”.
Prima di organizzare la vostra vacanza in questo fiabesco angolo di Liguria, vi consiglio di contattare uno dei numerosi Punti di Informazione del Parco per sapere con certezza lo stato aggiornato dei sentieri: gli Info Point sono aperti tutti i giorni con orario estivo dalle 8.00 alle 20.00 e con orario invernale dalle 9 alle 13 (la chiusura e l’apertura può variare leggermente in base alla località).
Itinerari tematici
Partiamo subito con tre spettacolari itinerari al Parco delle Cinque Terre, adatti a escursionisti esperti, che sanno andare incontro a ogni preferenza: natura, spiritualità e i tipici vigneti di questo territorio incredibile.
Itinerario Natura
Dopo aver ammirato i vivaci vicoletti di Monterosso al Mare, oltrepassate la stazione ferroviaria e riempitevi gli occhi con la bellezza della Spiaggia di Fegina su cui si staglia lo scoglio simbolo del borgo marinaro.
Percorso il lungomare, dopo una doverosa sosta per fotografare la maestosa “Statua del Gigante”, una scala in leggera salita vi condurrà ad imboccare il sentiero 590 – SVA: vi lascerete alle spalle il mare cristallino per addentrarvi nell’abbraccio della profumata macchia mediterranea al bivio con l’Hotel Bellevue.
Tra scalinate e fondo sterrato, in circa un’ora e mezza vi troverete dinanzi ai resti dell’Eremo di Sant’Antonio del Mesco, edificio di culto tra i più antichi del territorio, all’ombra di una lecceta a picco sul mare.
Da qui il panorama vi rapirà e faticherete a distogliere lo sguardo dalla costa delle Cinque Terre, dal promontorio di Portofino e dall’Isola di Palmaria: un dipinto di verde e di azzurro che vi consiglio di andare a vedere di persona oltre a immaginarlo adesso tramite le mie parole.
Non appena deciderete di proseguire, la natura sarà sempre al vostro fianco tra alberi di corbezzolo e pini selvaggi mentre passerete lungo il fianco est del Monte Vè (o Focone) cimentandovi con, talvolta, ripidi saliscendi: raggiungerete Colla Bagari dove sono protagoniste le rocce e l’aroma del timo si spande tutt’intorno.
Ancora lecci e pini per un’autentica “full immersion” nel verde lontano dallo stress, e poi l’incontro con il Santuario di Nostra Signora di Saviore, incorniciato da cipressi e lecci monumentali e secolari: qui ha sede una Casa religiosa per ferie con ristorante.
Dal Santuario, l’itinerario, sempre vegliato da un bosco di lecci, ritorna a Monterosso tra gradoni e sentiero sterrato nel profumo di piante aromatiche e limoni.
L’intero percorso ha una durata di 3 ore e 45 minuti.
Itinerario Santuari e Chiese
Questo itinerario (6 ore e 45 minuti) riprende in parte il percorso che abbiamo appena visto con partenza da Monterosso e arrivo al Santuario di Saviore percorrendo il sentiero 590 – SVA.
Arrivati al Santuario, imboccate il sentiero 591 per arrivare poi al bivio con il sentiero 582 in località Termine: inizia il percorso che conduce al Santuario di Reggio, nel comune di Vernazza, ombreggiato dal più antico cipresso della Liguria di ben 800 anni, da lecci, ippocastani e cedri.
È il luogo ideale per una sosta ristoratrice all’ombra e un sorso di acqua fresca che sgorga dalla fontana nel piazzale: una visita all’edificio di culto e la meraviglia degli scorci panoramici sul colorato borgo di Vernazza lo renderanno una tappa indimenticabile.
Ma siamo soltanto all’inizio. Superato il Santuario, ecco il sentiero 581 in direzione San Bernardino: qui la bellezza si mostra nei campi coltivati a ulivo e vite, nel contatto con il bosco e nell’attraversamento dei guadi del torrente Vernazzola per un “pieno di natura”.
In località Murro Superiore, il bosco lascia di nuovo spazio ai campi coltivati per tornare protagonista subito dopo per un breve tratto: oltrepassato l’abitato di Seroa e attraversato un tratto della SP61, è il momento di scoprire il Santuario di Nostra Signora delle Grazie in località San Bernardino al di sopra dell’affascinante borgo di Corniglia.
Il Santuario, risalente al Seicento, custodisce un’immagine della Madonna dipinta su tela oggetto di grande devozione da parte degli abitanti di Corniglia e regala un panorama che vi invito davvero ad andare a vedere con i vostri occhi: io vi anticipo che non riuscirete a distogliere lo sguardo tanto facilmente.
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Proseguite seguendo il sentiero 507 in direzione Cigoletta: vi sfideranno uno sterrato impegnativo e poi l’attraversamento in due punti della SP 61 e SP 51 fino all’abitato di Fornacchi, a 300 metri sulla collina tra Vernazza e Corniglia, dove le poche case osservano l’azzurro del mare e gli arditi terrazzamenti delle Cinque Terre.
Il cammino continua fino al bivio Cigoletta dove incontra un breve tratto dell’Alta Via delle Cinque Terre e, superato il bivio per Corniglia, imbocca il sentiero 506 sul Monte Marvede che scende, nella quiete di boschi di castagni e lecci, verso Volastra, antico borgo frazione di Riomaggiore.
Prendetevi tutto il tempo per assaporare il ritmo lento di questo villaggio dai caruggi lastricati, rifocillarvi e conoscere il Santuario di Nostra Signora della Salute, dalla facciata in stile romanico, aperto tutti i giorni per le visite.
Infine, dopo 7 chilometri su strada carrabile, ecco la meta dell’itinerario spirituale nel Parco delle Cinque Terre, il Santuario della Madonna di Montenero, a 340 metri sul livello del mare: da qui si sprigiona tutto l’incanto che ha reso così famose le Cinque Terre, vedere per credere.
Itinerario dei vigneti terrazzati
Il percorso (3 ore e 15 minuti) ha inizio dal Sentiero della Beccara, antica unica via di collegamento tra Riomaggiore e Manarola.
Si parte dalla stazione ferroviaria di Riomaggiore salendo lungo Via Telemaco Signorini e raggiungendo l’incrocio con Via Tracastello per arrivare nella valle del canale Rio Finale.
Il sentiero segnalato costeggia gli orti coltivati e, attraversato un piccolo ponte, ha inizio la lunga scalinata con vista panoramica che porta al crinale della Costa Corniolo: anche qui, vi lascio immaginare il panorama da sogno dicendovi solo che lo sguardo spazia da Manarola, al Golfo delle Cinque Terre fino alla punta Montenero dove si staglia il Santuario mariano.
L’itinerario prosegue sul crinale di Costa Corniolo per arrivare alla discesa verso Manarola con l’antica scalinata, in parte scolpita nella roccia e in parte in pietra, che conduce al colorato borgo frazione di Riomaggiore dove una lunga sosta è d’obbligo: vivaci vicoletti, la spiaggetta di scogli e il mare blu intenso lo fanno assomigliare a un dipinto.
Grandi Sentieri
Spettacolari sono poi i cosiddetti “Grandi Sentieri” da seguire per conoscere l’ambiente monumentale del Parco delle Cinque Terre e raggiungerne i borghi arricchendo la permanenza con gratificanti esperienze di trekking ed escursioni.
Ve ne presento tre, perfetti per escursionisti esperti, che vi consentiranno di scoprire meglio Corniglia, Vernazza, Monterosso e Riomaggiore tra natura, chiese, santuari e panorami da favola.
Corniglia – Vernazza
Il sentiero 592-3 (SVA) è l’occasione ideale per visitare il borgo di Corniglia, l’unico delle Cinque Terre che non si affaccia sul mare, e giungere a Vernazza (di cui è frazione) godendo di un panorama da fiaba.
La durata è di un’ora e trenta con partenza dalla stazione di Corniglia dove, dopo aver percorso la strada asfaltata che costeggia la ferrovia, si raggiunge la scalinata Lardarina: 365 gradini accessibili che conducono alla strada carrabile di Via della Stazione.
Attraversata la via, si arriva al bivio con il sentiero Corniglia-Cigoletta, si supera la Chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo e alla sinistra ecco il carruggio che porta al centro di Corniglia: vi consiglio di prendervi un pò di tempo per esplorare la forse meno nota tra le Cinque Terre, non ve ne pentirete.
Il sentiero, invece, prosegue dritto fino ad incrociare la strada carrabile vicino al punto di controllo del Parco: superate il Rio della Groppa, affrontate il percorso in terra battuta tra la macchia mediterranea e gli ulivi a picco sul mare e attraversate la conca di Guvano con area attrezzata con panche e tavoli per una sosta ristoro.
Dopo una breve salita, a metà percorso giungete all’abitato di Prevo, a 208 metri di altezza, che rivive grazie al turismo.
Qui in estate troverete un bar e la struttura ricettiva “The Heart of The Cinque Terre”.
Quasi alla fine dell’itinerario, vedrete il bivio con il sentiero 507 Vernazza-Cigoletta e, superato il box di controllo card, l’entrata a Vernazza è preceduta dalla magnifica vista dell’abitato e della torre che assomigliano a una nave in partenza.
Una discesa ed eccovi tra i vivaci carruggi di Vernazza, tutta da visitare e assaporare.
Vernazza – Monterosso
Due ore di cammino per andare da Vernazza a Monterosso immersi nella quiete della natura del Parco delle Cinque Terre, ammaliati dall’azzurro delle onde che si infrangono sulla costa a strapiombo.
Dal centro storico di Vernazza, a metà di Via Roma, l’itinerario conduce in salita tra le colorate abitazioni sovrastando la Chiesa di Santa Margherita d’Antiochia, edificata nel XIII secolo in stile gotico-ligure su di una roccia a picco sul mare, e si inerpica tra vigneti e ulivi, attraversando la Valle del Riolo e Costa Mesorano: con prudenza, superate il ponticello sul Rio Riolo e seguite la ripida mulattiera fino alla piazzola panoramica tra gli ulivi a Costa Mesorano dove potrete scattare foto indimenticabili.
Il sentiero prosegue, in saliscendi lungo la Valle Cravarla e Costa Linaro tra l’aroma della macchia mediterranea ed entra poi nella Valle dell’Acquapendente dove ammirare gli arditi vigneti terrazzati e le coltivazioni frutto della tenacia e dell’ingegno degli abitanti di queste terre.
Avvicinandovi a Monterosso, noterete alte mura che proteggono dal vento gli alberi di limone e arriverete alla panoramica scogliera di Punta Corone, fantastica terrazza sul mare da cui lasciare vagare lo sguardo sulla Torre Aurora, il Mesco e il Convento dei Cappuccini.
Superato il box di controllo delle Cinque Terre Card di Monterosso al Mare, scendete una ripida scalinata ed eccovi dietro il Municipio del borgo, pronti a perdervi tra la bellezza dei suoi vivaci vicoli e piazzette.
Telegrafo – Riomaggiore
Il sentiero 593 (SVA) in un’ora e quarantacinque minuti vi porterà a Riomaggiore con partenza dal Colle del Telegrafo, sella a 523 metri di altitudine dove nell’Ottocento si trovava una stazione di trasmissione chiamata “Telegrafo Ottico”.
Partite dal parcheggio accanto al ristorante e scendete tra la macchia mediterranea seguendo il percorso caratterizzato da alti scalini che si alternano a brevi discese vista mare: giungerete al nucleo storico di Lemmen, piccolo gruppo di case dove il tempo si è fermato, e da qui il sentiero in falso piano vi condurrà all’intersezione con il tratto di sentiero che, scendendo tra lecci, campi coltivati e macchia mediterranea, arriva al Santuario di Nostra Signora di Montenero, risalente al XIII secolo.
Sul lato ovest del Santuario, ecco la Via Grande che porta a Riomaggiore: tra boschi di castagno, pini e arbusti, il sentiero, in parte lastricato e in parte in terra battuta, scende fino ad incontrare la SP370 e prosegue costeggiando il torrente di Ria.
Superato un ponticello sul torrente Rio Maggiore, scenderete tra orti e spazi incolti fino al parcheggio di Lavaccio dove si trova il punto di informazioni e accoglienza del Parco.
Infine, da qui proseguite per il centro del borgo seguendo la strada asfaltata lungo Via Colombo.
Sentieri
Infine, vi racconto tre sentieri, opzioni da non perdere per immergervi nella natura del Parco delle Cinque Terre tra mulattiere, boschi, cappelle ed edicole votive: ne rimarrete estasiati.
Riomaggiore – Sella La Croce
Il sentiero 501 rappresenta la storica mulattiera che dal borgo di Riomaggiore portava allo spartiacque Vara-mare.
Superato di poco il Castello di Riomaggiore e osservata l’edicola della Madonna del Castello, inizia la Scalinata della Costa che sale tra terreni coltivati fino a incontrare la Strada Provinciale 307: prestate attenzione perchè, spesso, le incursioni notturne di animali selvatici la rendono a tratti disconnessa.
Il percorso prosegue con una scalinata ripida che attraversa orti e vigneti, in prevalenza abbandonati, e si inoltra nei boschi di castagni e pini appena prima del sentiero 530 Telegrafo – Volastra: aguzzate la vista perchè, accanto a una vigna, spicca l’edicola votiva nota come “Maduneta di Palermi“.
Continuate la salita nel rigenerante contesto dei boschi di castagni e cerri e, dopo due giravolte, arrivate al valico di Sella la Croce a 637 metri di altitudine: qui si staglia il cippo in arenaria inciso con croci e motivi a coppella da cui la zona prende il nome.
Vernazza – Foce Drignana
In due ore e un quarto, il sentiero 508 porta da Vernazza a Foce Drignana, raccolto agglomerato di case sulle alture che osservano il mare, non distante dal Santuario di Nostra Signora di Reggio.
Nel centro di Vernazza, da Via Roma svoltate in Via E. Vernazza e poi in via San Francesco: seguite la lunga scalinata e arrivate nei pressi del Municipio dove il sentiero prosegue per il Cimitero per poi superarlo e snodarsi in numerosi tornanti incontrando la Chiesetta di San Bernardo per giungere al Santuario di Reggio.
A destra del Santuario mariano si trova una fontana dove fare rifornimento di acqua.
Visitato l’edificio religioso ombreggiato da alberi secolari, seguite il sentiero che sale nel bosco fino ad incrociare la Strada Provinciale: attraverserete poi boschi di lecci e campi coltivati a vite e olivo.
Quando incontrerete la SP 63, svoltate a destra e seguite la strada fino alla prima rotonda. Svoltate ora a sinistra, seguendo sempre la strada carrozzabile, e arriverete alla decina di case di Foce Drignana: si aprirà una veduta unica sul mare là in fondo.
Salite ancora girando a destra e raggiungete la fine del sentiero 508 all’incrocio con l’Alta Via dei Monti Liguri.
Monterosso – Madonna di Soviore
Il sentiero 509 è l’antica mulattiera che da Monterosso conduceva al Santuario di Santa Maria di Soviore, dove oggi si trova una casa per ferie con ristorante.
Il tratto urbano in Monterosso va da Piazza Garibaldi a Via Roma fino al parcheggio in zona Loreto: qui il sentiero svolta a sinistra e, abbandonata la strada asfaltata, diviene ripida scalinata che si inerpica tra il profumo degli orti di limoni e fasce terrazzate di ulivi.
Il fondo sterrato incontra, dopo alcune centinaia di metri, una strada in cemento da percorrere in salita: dopo aver svoltato a sinistra, si entra nel bosco e, tra uliveti e campi coltivati, si arriva all’incrocio con la SP38 per Monterosso dove rimane un piccolo altare con croce in ferro battuto a testimoniare l’utilizzo del percorso per la tradizionale Processione del Venerdì Santo.
Attraversate la strada carrozzabile e inoltratevi nel bosco di acacie e castagni: qui troverete una fontanella e, proseguendo il cammino, vi imbatterete nella Cappella del Ritrovamento in località Santa Maddalena, piccolo edificio di culto edificato sul luogo del ritrovamento, secondo la leggenda popolare, della sacra scultura della Pietà conservata nel Santuario di Soviore.
Dopo poco, sarete di fronte al Santuario, restaurato nel Duemila, dove è presente una struttura per l’accoglienza stagionale di pellegrini e turisti.
Conoscere una regione, un territorio, una realtà turistica con gli occhi di chi vive quei luoghi da sempre può essere un valore aggiunto alla visita.
Allo stesso modo, far raccontare la propria attività nel travel da chi ha una fervida passione per il settore ed esperienza di anni nella scrittura, può essere un’ottima occasione per raggiungere il cuore dei lettori.
Vi aspetto per domande, curiosità, riflessioni e, se amate la Liguria, vi invito a leggere gli altri miei articoli in cui vi porto alla scoperta di questa fiabesca regione.